RENDE – Da qui a qualche anno il sistema previdenziale potrebbe avere non pochi problemi nel garantire una adeguata pensione ai giovani che oggi sono impegnati nel mondo del lavoro. Le cause potrebbero essere svariate, dalla precarietà ai bassi salari ma anche ad una bassa natalità e ad un processo dell’allungamento della durata vita.
All’Università della Calabria, hanno provato ad indicare delle soluzioni i relatori di un convegno. L’evento è stato organizzato dal professore Francesco Aiello del Dipartimento di Economia Statistica e Finanza dell’Unical, con la partecipazione del presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto e il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico che ha presentato anche il suo libro, proprio dal titolo: “il lavoro di oggi, la pensione di domani”.
Tridico “puntare sulla quantità e la qualità dell’occupazione”
“La precarietà e i bassi salari”, ha spiegato Tridico, “determinano il futuro previdenziale dei giovani: un lavoro povero frutterà una pensione povera”. L’implicazione è di puntare sulla quantità e la qualità dell’occupazione, poiché solo in tal modo eviteremo di avere in futuro “una massa di anziani da assistere – conclude Tridico – tanto più in un quadro di preoccupante declino demografico”.
Aiello “sistema economico in affanno”
“Il patto generazionale tipico della ripartizione si è rotto. Nel senso che in proiezione del 2050/60, non sappiamo esattamente cosa succederà, perché le pensioni saranno pagate con le persone che lavorano”. Ha spiegato invece il professore Francesco Aiello. “E con le proiezioni che abbiamo, ha proseguito Aiello – sia sull’andamento della popolazione, sia su un sistema economico che ha difficoltà a riprendersi, ad oggi non sapremo quanti saranno gli occupati in quegli anni, e tutto questo pone degli interrogativi sula sostenibilità del sistema pensionistico”.
