ROMA – La notizia era nell’aria ed è stata confermata dalle decisioni del giudice sportivo. La gara di ritorno dei play-out di Serie B Brescia-Cosenza, dello scorso 1 giugno, interrotta dopo il goal del pareggio di Meroni, sul risultato di 1 a 1, per le intemperanze dei tifosi di casa e mai più ripresa, finisce con lo 0-3 a tavolino a favore dei rossoblu.
Questo quanto stabilito dal giudice sportivo Ines Pisano, assistito da Stefania Ginesio e dal Rappresentante dell’A.I.A. Edgardo Pansoni, che ha decretato anche la squalifica dello stadio “Rigamonti” che resterà chiuso per ‘soli’ due turni. Al Brescia è stata riconosciuta la responsabilità oggettiva.
Tre giornate di squalifica a Rigione
Il parapiglia nel tunnel degli spogliatoi, che ha portato all’espulsione di Karacic e Rigione costa tre turni di squalifica ad entrambi i giocatori. Karacic si legge nel referto “per avere, al 52° del secondo tempo, nel tunnel che adduce agli spogliatoi spinto con forza un calciatore avversario al quale stringeva le mani sul collo. Infrazione rilevata dal Quarto Ufficiale. Michele Rigione “per avere, al 52° del secondo tempo, nel tunnel che adduce negli spogliatoi, colpito con una manata al volto un calciatore avversario; sanzione rilevata dal Quarto Ufficiale”.
La sospensione di Cosenza-Brescia
L’arbitro Massa era stato costretto a sospendere il match al 96′ per il lancio ripetuto di fumogeni nell’area del Cosenza e per la successiva invasione in campo dei tifosi di casa. Dopo un’attesa di quasi 20 minuti il direttore di gara ha deciso di non riprendere più il match (mancava circa un minuto) con il triplice fischio perchè “non vi erano più le condizioni di sicurezza per riprendere, sospendeva definitivamente la gara”.
La decisione del giudice Sportivo
Questo quanto riportato dal giudice sportivo dal rapporto del signor Massa “al 52° del secondo tempo la gara veniva sospesa temporaneamente a causa del lancio sul terreno di giuoco di almeno dieci fumogeni, successivamente al predetto lancio alcuni sostenitori della Società Brescia invadevano il terreno di giuoco costringendo gli Ufficiali di gara ed i calciatori delle due società a rientrare negli spogliatoi, dopo circa 20/25 minuti”.
Gli scontri all’esterno dello stadio di Brescia
Il Direttore di gara rientrava sul terreno di giuoco e, confrontandosi con il Responsabile dell’Ordine Pubblico, il quale comunicava che non vi fossero le condizioni di sicurezza per riprendere, sospendeva definitivamente la gara visto, inoltre, il referto dei collaboratori della Procura federale nel quale, tra l’altro, veniva riportato che, nelle zone limitrofe allo stadio, si verificavano scontri tra le Forze dell’Ordine ed i sostenitori della Soc. Brescia, che causavano il ferimento di alcuni tra tifosi, rappresentanti della Forze dell’Ordine e steward, oltre al danneggiamento di tre vetture della Polizia e due dei Carabinieri.
Tant’è che solo in tarda notte gli Ufficiali di gara ed i componenti delle due società riuscivano ad abbandonare l’impianto di giuoco; in virtù della gravità dei fatti sopra descritti la Soc, Brescia deve rispondere, a titolo di responsabilità oggettiva, ex art. 26 comma 1 CGS, pertanto deve essere sanzionata, anche se ricorrono le circostanze previste dall’art. 29 comma 1 lett. a) e b) CGS, ex artt. 8 comma 1 lett. e) e 10 comma 1 CGS”.
La decisione del giudice sportivo, di per sé, non cambia l’esito finale del doppio confronto, visto che il signor Massa aveva comunque fischiato tre volte, decretando la salvezza del Cosenza (che parteciperà al sesto campionato consecutivo in serie B) e la retrocessione in Serie C delle rondinelle.