“C’è solo un Ciccio Marino” e sarà il nuovo direttore del Cosenza Calcio

COSENZA – Il Vecchio Lupo guiderà il Cosenza Calcio nell’anno del centenario. Di Stefano Fiore resta solo uno splendido ricordo.

“L’ufficializzazione – comunica la società – è avvenuta ieri sera al termine di un incontro con il presidente Eugenio Guarascio, con il quale sono stati definiti i dettagli dopo che l’intesa di massima era praticamente arrivata nella giornata di ieri, dopo un dettagliato incontro di lavoro. Guarascio ha voluto fare assumere alla indimenticata bandiera dei Lupi un ruolo a tutto campo, non solo quello di direttore sportivo, in modo da potere avviare un lavoro che metta assieme tutte le componenti. Nei prossimi giorni Marino sara’ presentato agli organi di informazione e ai tifosi e, in sintonia con Guarascio, verranno definite le altre questioni: allenatore, sponsor tecnico, rinnovo calciatori, sede ritiro, su cui del resto sta da tempo lavorando la società. Guarascio stasera, esprimendo la sua grande soddisfazione per l’intesa raggiunta con Marino, ha inteso ribadire il grande senso di responsabilita’ con il quale sta andando avanti da solo, ormai da due anni, per non fa morire il calcio a Cosenza. ‘’L’ ho detto – ha specificato Guarascio – in decine di occasioni, da piu’ tempo. Noi abbiamo bisogno di fatti concreti e non di parole. La mia disponibilità è piena nel ragionare ed accogliere altri ingressi in societa’, a tutti i livelli e nelle quote e nelle percentuali piu’ varie, senza alcuna logica di chiusura. Anzi. La mia aspettativa e’ quella di un sostegno vero da parte di imprenditori che finalmente passino dalla fase degli annunci a quella della concretizzazione’’.

 

IL CURRICULUM

 

“Ciccio Marino ha 52 anni e ha attraversato la storia del Cosenza Calcio dal 1982 al 2006 praticamente ininterrottamente. Da calciatore dal 1982 al 1993, da tecnico del settore giovanile dal 1994 al 2000, da direttore sportivo dal 2000 al 2006. Dal 2008 lavora con la Juventus nel “pacchetto” degli osservatori all’estero. Da calciatore con 251 partite disputate, ovvero undici campionati, fascia di capitano indossata decine e decine di volte, marchio di fedeltà indissolubile, Ciccio Marino è il cosentino dei tempi moderni che ha giocato di più con la maglia rossoblù. Meglio di lui ha fatto soltanto Ciccio Delmorgine e altre due “leggende” come Gigi Marulla e Gigi De Rosa. In tempi nei quali il vivaio era gravemente trascurato, Marino è stato l’unico cosentino titolare in squadre memorabili come quelle di Gianni Di Marzio, Bruno Giorgi e di Edy Reja. “Beh, non era proprio semplice interpretare il ruolo del campione indigeno o del “profeta in patria” – ha avuto modo di affermare più volte Ciccio -. Sì, quando le cose non andavano bene mi toccava fare il parafulmine… Ma per fortuna, con quelle squadre che ci ritrovavamo, vincevamo quasi sempre e la gente non poteva fare a meno di volerci bene”. E poi ancora oggi quando parli di Ciccio, non puoi fare a meno di ricordare “C’è solo un Ciccio Marino” la canzoncina degli ultras che lo riempiva d’orgoglio. “Sì, ho capito subito che me l’avevano costruita perché ero l’unico che condivideva il loro dialetto – analizzerà a posteriori Ciccio -. E per me era ed è tuttora motivo di maggiore orgoglio”. Era un difensore arcigno e roccioso, che concedeva poco alla platea, ma è riuscito ad adattarsi anche a moduli offensivi come quello di Bruno Giorgi, migliorando moltissimo anche in fase di appoggio e annullando fior di attaccanti come Baiano, Ganz, Schillaci, De Vitis. Dopo aver appeso le scarpette al chiodo, il settore giovanile. “Mi chiamò Gianni Di Marzio. Sette anni ricchi di soddisfazioni tra mille difficoltà. Sono usciti fuori ragazzi come Pellicori, Modesto e Musacco, tre ottimi giocatori. Avevo portato anche Calaiò ma se n’é andato dopo 6 mesi perché non si era ambientato”. Poi il grande salto da direttore sportivo in una stagione (2000-01) passata alla storia perché per la prima volta il Cosenza è riuscito a conquistare la vetta della classifica in Serie B. Intuizioni importanti su giovani che poi sarebbero diventati “gioielli” come Savoldi e Zampagna, un acquisto azzecatissimo come quello di Pavone, piena valorizzazione di giocatori come De Angelis, Altomare, Valoti e Paschetta. Un girone d’andata straordinario e poi le maledette vicende societarie con le diatribe tra i Pagliuso e i Lorè che si rivelarono deleterie per un campionato che avrebbe potuto regalarci la gloria. Ciccio rimase diesse fino alla stagione della radiazione portando a Cosenza ancora altri giovani di valore come Mendil e Zaniolo ma alla fine dovette cedere all’invadenza del rampollo di Pagliuso che nell’ultima stagione lo coinvolse nella deriva della retrocessione. Né, purtroppo, gli è andata meglio negli altri due tentativi con quello che rimaneva del Cosenza 1914 all’epoca delle due squadre in Serie D e con l’As Cosenza Calcio di Nuccio Intrieri”.

 

LE PRIME DICHIARAZIONI

 

“E’ un impegno molto gravoso – ha affermato dai microfoni di Ten – di quelli che, tanto per fare una battuta alla quale ricorro spesso, mi leveranno il sonno. Posso tranquillizzare però tutti i tifosi: il presidente Guarascio mi ha dato tutte le garanzie che ho chiesto. Ho firmato con la consapevolezza di essere convinto di tutto. Ho accettato l’incarico sicuramente perchè questa avventura mi affascina ma soprattutto perchè ho capito di avere degli interlocutori seri. Su questo sono tranquillio: Guarascio è una persona seria ed è stato d’accordo con me su tutti gli aspetti che abbiamo esaminato nel corso di questi otto giorni nei quali ci siamo incontrati e confrontati speso. Il Cosenza deve partire con i favori del pronostico e vincere. Lo dirò chiaramente al mio allenatore e ai miei giocatori. Io credo che entro la fine della settimana riusciremo a chiudere l’accordo anche con il nuovo tecnico ma da domani mattina inizieremo a lavorare su tutta una serie di fronti. Andrò innanzitutto a vedere la sede del ritiro, dove la squadra inizierà la preparazione tra il 19 e il 20 luglio. Quanto a Guadalupi, Mosciaro e Arcidiacono, è chiaro che a me piacerebbe confermare tutti e tre e confido soprattutto nel fatto che Mosciaro è straordinariamente attaccato ai colori rossoblu. Mi auguro che lo siano anche gli altri due ma se dovessero fare scelte diverse prenderemo altri calciatori, state tranquilli. Io sono un fautore dell’organizzazione societaria e della programmazione. Ma mi batterò soprattutto per conquistare l’unità tra tutte le componenti che ruotano intorno al Cosenza. Dobbiamo remare tutti dalla stessa parte. Quest’ano non si può sbagliare e mi batterò anche affinchè i giocatori possano essere tranquilli per tutto il corso della stagione. Il popolo rossoblù sa quanto tengo a questi colori: mi dedicherò anima e corpo a questo incarico, anche perchè, dopo cinque anni passati a fare l’osservatore, mi mancava il rapporto con il campo. La tifoseria deve dare credito a questa società. Il presidente Guarascio è una persona seria e perbene. C’è voglia di far bene con una adeguata organizzazione societaria. Alla gente chiedo di sostenerci perchè ci toglieremo insieme grandi soddisfazioni”.

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