COSENZA – Gagliardi sceglie il silenzio, Leonetti giustifica la squadra, la tifoseria va all’attacco. Il post partita di Noto-Cosenza è il più
incandescente della stagione. Non è da professionisti negarsi ai microfoni, un allenatore forte con gli attributi, dovrebbe parlare, soprattutto quando si perde, una dirigenza forte dovrebbe uscire allo scoperto e far sentire la sua voce quando si perde. I commenti pepati, postati sui social, nonchè le “incursioni” telefoniche su un’emittente radiofonica cittadina, seppelliscono il Cosenza, condannano la società e “schiaffeggiano” l’area tecnica. Francesco Gaudio, vicepresidente del “Club Cosenza Kennedy” è un fiume in piena. “Noi come club, abbiamo acquistato degli abbonamenti al buio, l’abbiamo fatto per amore del Cosenza, per affetto nei confronti di questi nostri colori e per fiducia nei confronti di Stefano Fiore e dei suoi collaboratori. Ma, oggi, non tanto la società, quanto la squadra e l’area tecnica ci hanno tradito. Non è così che ci si comporta nei confronti dei tifosi. E’ da un anno e mezzo che si parla, come una barzelletta, del gruppo Fiore, pronto ad entrare in società. Non si sa da chi sia composto questo gruppo, non si sa quali siano le “resistenze” societarie che, non permettono a questo gruppo, sempre se esiste, di entrare in società, non si sa perchè in fase di mercato non si sia perfezionato l’acquisto di qualche esperto centrale difensivo. Noi come club, e questa è una gustosa anticipazione, convocheremo i club che fanno parte del Comitato nato a favore del Cosenza, per capire quale sia la verità, rispetto a queste notizie”. la voglia di parlare è tanta, così come quella di sfogarsi. “Se anche Mosciaro molla, significa – continua un tifoso, arrabbiato, deluso e mareggiato, è pronto a mollare, c’è qualcosa dietro. Quel qualcosa che come tifosi vorremmo sapere anche noi”. Qualcun altro parla della questione Macron, con il rappresentante dell’azienda che ha prodotto il vestiario dei Lupi che, martedì alla ripresa degli allenamenti s’è presentato con la polizia allo stadio. Una scena che non si vede nemmeno tra le società di eccellenza. Non solo. Molti ironizzano anche sulle voci che accosterebbero Alessandro Pellicori e Bobo Vieri a Cosenza. Ma si domandano a fare cosa?. La città chiede rispetto, la tifoseria pretende chiarezza. Cosenza è ora di svegliarsi e di maturare. Se si continua a gestire il Cosenza in questa maniera, per i Lupi non ci sarà futuro, in nessuna altra categoria superiore, se non in serie D. Le squadre che vogliono e devono raggiungere gli obiettivi che si sono prefissati serve programmazione. Quella che manca, quella che, purtroppo, non c’è più da 10 e passa anni. La protesta sul web cresce, aumenta a dismisura. Sotto processo finisce Gagliardi, al quale più di qualcuno chiede di dimettersi, pesanti accuse anche a Fiore, reo di non “metterci la faccia” per spiegare le cose come stanno, l’avvocato Aristide Leonetti che con quel suo commento “anche il Sassuolo ha fermato la Juventus”, ha creato più commenti negativi che riflessioni costruttive, così come non sono risparmiati nemmeno commenti al patron Guarascio e all’ad Quaglio, resi di gestire una società al “risparmio”. Insomma per il Cosenza già da stasera si apre una settimana nuova, pesante, difficile. Ora è il momento che giocatori, dirigenti e chi ruota intorno al Cosenza cacci gli attributi. Il Messina, intanto, vola, conquista tre punti d’oro, allunga a sei il vantaggio sul Lupi e sogna in grande. Sì, sogna. Perchè dalla prossimaora è il momento che domenica e fino alla fine del campionato, il campionato può perderlo solo il Messina. Stasera il Cosenza il suo campionato l’ha perso, ma quel che è peggio ha perso anche la faccia.