COSENZA – Tra amnesie e “pennichella”. Sono questi, purtroppo, i due punti di debolezza che stanno caratterizzando, fin dallo start, il campionato del Cosenza.
Non voglio essere disfattista, se dico o meglio se scrivo questo è perchè sono un tifoso del Cosenza, amante da una vita dei due magici colori. Ma anche ieri, dopo un primo tempo, da antologia del calcio (mi sono davvero divertito), con splendide verticalizzazioni, passaggi di prima palla a terra, sgroppate sulle fasce, azioni offensive prodotto in quantità industriale e non concretizzate per un nonnulla. Se Mosciaro e soci avessero avuto un pò più di “rabbia” agonistica sotto rete, nel primo tempo l’Acireale sarebbe stata “seppellita” sotto una valanga di gol. Ma il Cosenza, bello, pimpante, veloce, pragmatico del primo tempo è stato bravo a non disunirsi e soprattutto a non perdere la testa. Anzi, con ottima lucidità ha continuato a martellare gli avversari, fino a trovare il gol del vantaggio con un grande Foderaro (al suo secondo centro consecutivo, ndr) e poi la rete della sicurezza con un favoloso centro di Guadalupi. Il fantasista ex Brindisi ha messo a segno un gol-capolavoro. Il primo tempo s’è chiuso con il Cosenza vincente, l’Acireale stordito, il pubblico festante, e Gagliardi soddisfatto. Secondo tempo. Tutti s’aspettano che i Lupi mettano a segno il gancio del ko per stendere al tappeto i siciliani e, invece, ecco che il “solito” Cosenza, rimette in corsa gli avversari. Dagli spogliatoi esce un Cosenza che, per almeno 20-25′, è la brutta copia del suo “gemello” dei primi 45′. Nervoso, distratto, inconcludente, superficiale. L’Acireale capisce che il momento è buono e comincia a spingere sull’acceleratore. Sugli spalti si suda e non certo per il caldo. La squadra di Marra gioca, conquista metri di campo e si lancia nella retroguardia avversaria. Il martellamento porta, era inevitabile, l’Acireale ad accorciare le distanze. Il 2-1 premia la voglia di lottare dei siciliani e boccia l’atteggiamento incomprensibile del Cosenza. Da Messina arriva la notizia che i peloritani hano messo il sigillo, chiudendolo con la ceralacca, nella partita con il Noto (prossimi avversari dei Lupi). Il distacco tra le due squadre non cambia. Si resta sempre a tre punti di distanza. Il Cosenza, lo ha sempre detto Gianluca Gagliardi, e l’ha ribadito anche ieri, non deve fare la corsa sul Messina, ma su se stesso. Perchè se il Cosenza gioca come sa, con la mente liber, la concentrazione alta e la determinazione giusta, può far male a chiunque ( le partite contro Messina e Savoia ne danno la conferma, ndr), se, invece, il Cosenza affronta le gare, sia esse interne ed esterne con “leggerezza” allora la metamoforsi è immediata, vedi Ragusa e il primo tempo contro la Nissa.