COSENZA – La favola del golden boy del calcio italiano. E’ un periodo d’oro per Domenico Berardi, nativo di Bocchigliero, diventato calciatore per caso, ma che oggi è
uno dei giocatori più richiesta sia tra i top club nazionali che tra le più blasonate formazioni internazionali. Milan, Juoventus, Inter, Manchester United e City, Chelsea, questi sono solo alcuni dei club che hanno messo gli occhi addosso al telento cosentino, cresciuto a pane e calcio tra i boschi della sua amata Sila. Oggi Domenico Berardi sta vivendo la sua favola a Sassuolo, i suoi lanci illuminanti, le sue invenzioni da fantasista e i suoi gol stanno contribuendo alla cavacata del Sassuolo nel torneo cadetto. «Tutto è iniziato quasi per caso tre anni fa quando sono salito a Modena dal mio paese di Bocchigliero, nell’entroterra della Sila, per venire a trovare mio fratello Francesco studente universitario. Avrei dovuto trattenermi in Emilia solo per pochi giorni, e per passare un pò il tempo ho giocato a calcetto con alcuni amici di Francesco, uno di questi mi ha segnalato a Luciano Carlino, assistente delle giovanili del Sassuolo, che mi ha contattato per un provino. Da quel momento è cambiata la mia vita. Ho iniziato negli Allievi Nazionali e l’anno scorso sono entrato nella Primavera guidata da Paolo Mandelli segnando 13 gol. Il mio stile di gioco? Mi piace il gioco e la mentalità offensiva del Brasile. Ma cerco di essere anche concreto. In serie B bisogna soprattutto correre. L’approdo in prima squadra? L’anno scorso sono andato in panchina con Pea a Genova nell’andata degli sfortunati playoff persi contro la Sampdoria. Questa estate ho fatto tutto il ritiro sempre come aggregato della Primavera. Lavorando forte ho convinto il nuovo allenatore Di Francesco e nel giro di un mese mi sono trovato titolare. E’ successo tutto così in fretta che ancora fatico a crederci. Passioni e interessi? Sono tifoso interista. Mi piacciono Messi e Ibrahimovic, ma non ho un modello a cui ispirarmi. Nessun hobby, oggi penso solo al calcio. Con gli studi non sono bravo, dovrò impegnarmi per prendere la patente di guida».