COSENZA – Regali di Natale, anzi regalissimi. Il Cosenza si veste da Babbo Natale, regala al Ragusa quattro gol e tre punti d’oro, ma per
completare l’atmosfera natalizia, decide anche di lasciare sotto l’albero del Messina, il primato impacchettato. Deludente, impacciato, irriconoscibile, scandaloso, inguardabile. Potremmo continuare all’infinito, ma preferiamo fermarci qua, come ha fatto il Ragusa che al quarto gol decide di tirare i remi in barca e non infierire ulteriormente. Domenica scorsa, nel raccontare la cronaca di Cosenza-Savoia, avevo detto che i Lupi erano lassù non certo per bravura, ma per fortuna e se la dea bendata avesse voltato le spalle ai silani, sarebbero stati dolori. Ecco quel giorno è arrivato, finalmente. Dico finalmente, perchè il Cosenza di oggi più che la prima della classe, sembrava la classica squadretta dell’oratorio, impegnata nel campionato amatoriale. Non è possibile che i difensori rossoblù, alcuni dei quali con alle spalle campionati in lega Pro, ogni santa domenica si dimenticano come si spazza un pallone fuori dall’area di rigore, come si effettua un passaggio o come si fa un lancio. Credo sia banale ed offensivo nei confronti della tifoserie e del calcio giustificare queste amnesie come fatti legati alle pressioni dell’ambiente. Qua, l’ambiente non c’entra niente. Manca l’Abc. Stessa cosa per il portiere. Straface, ormai da diverse domeniche, ha la testa da qualche altra parte. Urge un guardiano dei pali. L’urgenza, ovviamente, è legata alla reale voglia del Cosenza di conquistare la promozione e giocarsela fino ala fine con il Messina. Se non è così, Guarascio, Quaglio, Fiore e Leonetti, devono uscire allo scoperto e dire alla città quello che vogliono fare di questa squadra. Gagliardi continua a chiedere rinforzi, ma l’unico che gli hanno preso è Giovanni Foderaro che, sarà stato il clima, anche lui è finito nel grigiore generale. Il centrocampo oggi ha fatto acqua da tutte le parti. Basta che Guadalupi e Benincasa vengano marcati a dovere, o uno dei due è in giornata no, che in mediana si spegne la luce. Idem per l’attacco. Mosciaro corre, lotta, sgomita, urla e fa reparto da solo. Ma non basta. Oggi, “Fortuna”, il suo partner di prima linea, è andato in tribuna per squalifica. La società rossoblù non può certo lamentarsi se il pubblico latita il San Vito, se poi lo spettacolo finale è questo.