Quella degli Europei è una storia interessante e, a dirla tutta, lo è anche quella dell’edizione di quest’anno. Basti pensare che, nonostante sia il 2021, il nome della competizione è rimasto “Euro 2020”, poiché per trovare la data di inizio originale bisogna andare a ripescare il calendario dell’anno scorso. A causa del Coronavirus, infatti, i campionati sono stati posticipati di 12 mesi: questo ha fatto sì che per la prima volta in assoluto gli Europei siano stati disputati in un’annata dispari ma, benché retrodatata, è stata mantenuta la denominazione vecchia.
Quella di quest’anno è stata un’edizione decisamente particolare per tanti motivi: la prima itinerante (anche se gli inglesi non si sono spostati molto, a dire il vero) e la prima con la capienza degli stadi ridotta. La maggior parte dei tifosi ha seguito il campionato da casa, perché il Covid-19 ha reso molto più difficile organizzare raduni in piazza o installare maxi-schermi nei parchi. Entrambe queste opzioni sono state possibili, grazie alla campagna vaccinale che in Italia procede spedita, ma le regole sul distanziamento e i limiti di capienza hanno spinto gran parte degli appassionati ad accendere la TV o il computer comodamente a casa. Del resto, oggigiorno non mancano le alternative per seguire la propria squadra del cuore senza perdere nemmeno una partita. Un esempio? Pirlo TV, piattaforma online che trasmette tutte le principali competizioni sportive, garantendo un segnale streaming stabile, qualità e velocità di trasmissione.
La storia dei campionati europei
L’idea venne a Henry Delaunay: voleva creare la più grande manifestazione continentale non per squadre cittadine, ma per nazionali. Si stavano concludendo anni difficili, ma l’UEFA colse al volo il disgelo politico fra Europa e Paesi socialisti, e anche la destalinizzazione dell’Est. E così nel 1960 si svolse la prima edizione dei Campionati Europei. A trionfare fu l’URSS, dopo un’organizzazione tutt’altro che semplice. Non tutti i Paesi decisero di aderire, per esempio. Anche l’Italia disse no, insieme a Inghilterra, Germania Ovest e Scozia: squadre forti, rifiuti pesanti. L’UEFA, però, non si arrese e riuscì comunque a organizzare un discreto spettacolo calcistico, che intrattenne il pubblico.
L’assenza dell’Italia fu molto discussa dai quotidiani nazionali, che parlarono di un’importante occasione di entrare nel calcio che conta andata sprecata. Gli azzurri, infatti, si dedicarono a competizioni di basso rilievo. C’è chi sospettò che l’Italia si autoescluse consapevole della propria impreparazione (bruciava ancora l’eliminazione dal mondiale del 1958 contro l’Irlanda del Nord), mentre altri credevano che il calendario azzurro fosse già troppo fitto.
Italia o non Italia, comunque, la prima edizione fu indimenticabile soprattutto per il peso politico. Basti pensare al mancato scontro fra URSS e Spagna, la Spagna di Franco. La tensione era alle stelle, al punto che gli spagnoli decisero di non scendere in campo, spianando di fatto la strada verso la vittoria all’URSS (che in finale batté la Jugoslavia). E un altro aspetto che rende gli Europei del 1960 unici è il fatto che le nazioni classificatesi ai primi tre posti, oggi non esistono più: Unione Sovietica, Jugoslavia e Cecoslovacchia.
Alcune curiosità sugli Europei
La prima edizione non verrà mai dimenticata per tante ragioni, fra cui anche il record di gol segnati nella partita fra Francia e Jugoslavia disputatasi il 6 luglio 1960: ben 9! Il match, infatti, finì 5-4 con la sconfitta dei nostri cugini d’Oltralpe. Ma le curiosità che meritano di essere svelate non si fermano al 1960:
- La coppa è in argento e pesa la bellezza di 12 kg. Il nome originale, poi, è “Coppa Henry Delaunay”, in onore del segretario UEFA che ideò il campionato;
- Il 5 giugno 1968 l’esito della semifinale URSS-Italia si definì col lancio di una moneta, poiché il match era finito 0-0. Si tratta dell’unico caso di questo genere e la sorte premiò gli azzurri;
- Sempre l’Italia è protagonista di un altro evento assolutamente unico: una finale ri-giocata. Dopo l’1-1 con la Jugoslavia nel 1968, non si ricorse a monetine né rigori, ma si disputò nuovamente la partita. Vincemmo 2-0;
- L’Inghilterra quest’anno ha interrotto una maledizione: era, infatti, la nazione che è scesa in campo più volte durante la storia degli Europei (31 partite) senza arrivare mai in finale.
Anno dopo anno, insomma, i campionati europei hanno sempre regalato emozioni, e noi non vediamo già l’ora della prossima edizione.