«Gagliardi non si tocca»: la società difende il tecnico

COSENZA – Difesa ad oltranza. La ripresa degli allenamenti del Cosenza, è stata, come facilmente preventivabile, caratterizzata da una forma di contestazione da parte dello zoccolo duro della tifoseria silana che non ha digerito il tradimento di domenica.

Quello 0-3, rifilato dal Montalto, fa male, ma ferisce ancor di più quell’atteggimaneto incomprensibile della squadra, apparsa distrata, inconsistente, indecifrabile, inutile, assente. Aver perso la stracittadina ci può anche stare, anche se molti la considerano come una bestemmia anche seolo averlo pensato prima del match, ma finire la gara senza orgoglio e attaccamento alla maglia, questo no. E’ decisamente troppo. Un tradimento inaccettabile. La maturità della tifoserie rossoblù, abituata a ben altri palcoscenici e costretta, ormai da anni, ad “accontentarsi” del panorama del dilettantismo, ha evitato che la situazione degenerasse. Bordate di fischi e inviti ad andare alla squadra di andare a lavorare sono stati i ritornelli che hanno accompagnato la ripresa della preparazione. Le critiche hanno interessato tutti, da capitan Parisi al bomber Mosciaro, senza risparmiare nessuno. Sul banco degli imputati è finito mister Gianluca Gagliardi. Il mea culpa, recitato dal tecnico a fine partita, non è servito alla piazza come scusante per l’indecoroso spettacolo offerto dai Lupi in mezzo al campo. L’amministratore delegato Domenico Quaglio, presente all’allenamento, ha difeso il tecnico, a spada tratta.

«Gagliardi non si tocca. Il tecnico gode della massima fiducia della società. L’abbiamo scelto, condividendo il progetto dell’area tecnica, perchè siamo convinti che il nostro trainer ha i numeri per far bene e la voglia di mettersi in discussione. Ho sentito – ha proseguito l’ad – di fiducia a tempo, panchina a rischio e altro. Nulla di tutto vero. Il Cosenza continua con Gagliardi, senza se e senza ma».

Il tecnico, pur incassando la fiducia e la rinnovata stima dal sodalizio silano, non si sottrae al confronto con tifosi e giornalisti. «Mi sono assunto le miei responsabilità e lo continuerò a fare, quando mi renderò conto di aver commesso degli errori. Lo impone il mio ruolo, ma lo faccio anche perchè fa parte del mio carattere. Non sono uno a cui piace nascondersi, ma nelle cose che faccio ci metto la mia faccia. Il giorno in cui mi renderò conto che il mio rapporto con la squadra cambierà, non avrò nessun problema a farmi da parte. L’ho detto sin dall’inizio, sono entrato in punta di piedi e con molta umiltà e se accadrà, mi farò da parte con altrettanta umiltà». Il Gagliardi-pensiero tocca l’aspetto tecnico.

«Credo che alla mia sqaudra non posso rimproverare nulla. I ragazzi hanno giocato, per come avevamo preparato la partita. L’inizio della gara era stato promettente, creando diverse azioni interessanti da rete che, per precipitazione o poca incisività e convinzione sotto porta, non abbiamo concretizzato in bonus. Poi il rigore subito, il gol preso e l’espulsione incassata c’hanno tagliato le gambe, mandandoci in confusione e innervosendoci troppo. Credo che questa squadra non merita di essere distrutta su due piedi e non merita di essere demolita sotto le macerie delle critiche. Ribadisco un concetto – ha proseguito – che ripeto da tempo: siamo una squadra particolare. Se giochiamo con la mentalità del collettivo, facciamo belle figure e sopperiamo ai limiti tecnici e caratteriali individuali che, inutile nasconderlo ci sono. Se smarriamo questo concetto e giochiamo ognuno per se, il risultato finale è purtroppo scontato a nostro sfavore». Qualcuno fa notare a Gagliardi che la sua squadra in quindici giorni ha avuto una trasformazione sul piano del gioco: passando dagli applausi di Messina, ai fischi di domenica. Ma non solo a ìl trainer silano fanno notare i numeri: sei gol incassati, difesa in bambola, portiere incerto, attacco spuntato, centrocampo che non filtra, distanza dala vetta. Gagliardi ferma tutti. «Non carichiamo queste situazioni di eccessiva importanza. Ripeto e ribadisco, siamo una squadra con limiti. Lo so io, lo sa la società, lo sa l’area tecnica, lo sapete anche voi. Non è un mistero, nè una novità. Occorre ripartire subito e ricominciare a lavorare, con la stessa intensità e l’identica applicazione avuta finora».

Si parla di moduli, di scelte tecniche, di cambi, di under e di over. «Le regole del gioco non le faccio io, ci sono delle osservazioni da rispettare, relativamente all’impiego degli under che devono andare in campo. Diversamente non si può fare». Parlando di under il discorso, natuturalmente, non poteva non concentrarsi su Flrez. Il pipelet sloveno, arrivato dal Chievo Verona, con l’etichetta di nuovo Handanovic, non ha convinto. Anche in questo caso Gagliardi frena le critiche e getta acqua sul fuoco. «Non diamogli addosso, sarebbe controproducente. Il ragazzo è rimasto male sia per quel che è successo a Messina, sia per gli errori di domenica. Domenica gli concederò un turno di riposo. Sarà l’occasione per metabolizzare meglio gli errori, farlo riconcentrare e fargli ricaricare le batterie».

Con Flrez fuori per un turno, Gagliardi avrà problemi di formazione, dovendo fare i conti con le assenze di Bruno, Parenti, Arcidiacono e Gassama. «Non fasciamoci la testa. Dai miei ragazzi mi aspèetto una reazione di orgoglio. So che l’avversario non è facile e la trasferta è insidiosa ma dobbiamo rialzarci e subito». Ultimo punto: Andrea Marano. Quelle sue considerazioni postate sul social network non sono passate inosservate e nemmeno gradite a tecnico e società. «Andrea – dice Gagliardi – è un ottimo giocatore. Sa spingere, vede la porta, ha piedi buoni e buone intuizioni. Forse ho sbagliato a tenerlo fuori, ma l’esclusione è stata per scelta tecnica non per questioni personali. Avrei preferito che le estrernazioni fossero avvenute all’interno dello spogliatoio e non in “piazza” virtuale. Per questo sarà multato dalla scoietà». Ora conta solo giocare e vincere. Di parole, forse se ne sono fatte già abbastanza. 

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