Calcio, suicidio casalingo del Cosenza: 0-3 contro il Montalto

COSENZA – Harakiri perfetto. Il Cosenza dimentica come si gioca, lascia concentrazione, grinta, testa, gambe e cuore negli spogliatoi e regala una domenica da copertina al Montalto, che, senza strafare, viola il San Vito con un secco e inappellabile 3-0.

Il risultato finale è l’epilogo di una giornata storta, nata male e finita peggio, dove in casa rossoblù nessuno dei giocatori arriva a prendere la sufficienza in pagella. Il 3-0 ridicolizza troppo la squadra silana che non ha fatto nulla per rimediare ala debacle interna. L’aspetto più inquietante della gara, nessuno in settimana, l’ha voluto chiamare derby, è che i quasi 3mila spettatori che avevano deciso di concedere fiducia ai Lupi, se ne vanno, anticipatamente dallo stadio, non degnando i silani nemmeno di un fischio. Troppo vergognoso l’atteggiamento in campo, troppo negliegente il Cosenza nei 90 e passa minuti di gara, troppo deludente lo spettacolo visto sul rettangolo verde. La scoppola interna deve essere archiviata in fretta. Non può essere quello visto oggi in campo il Cosenza vero, quello che dovrebbe vincere il campionato in scioltezza, quelloche dovrebbe infiammare il popolo rossoblù, quello che dovrebbe riportare il calcio cittadino nella vetrina del professionismo. No, assolutamente no. lasciando da parte i commenti, andiamo alla cronaca della partita. La prima sorpresa per i tifosi rossoblù, arriva con le formazioni. Pietro “Biccio” Arcidiacono non ha recuperato dall’infortunio. Pur stringendo i denti, l’attaccante silano non è riuscito a recuperare in fretta. Ma a sollevare i mugigni del pubblico è l’inserimento in squadra di Franzese, cosentino doc, professione attaccante, messo in campo da titolare, al posto di Marano. La terza sorpresa la regala Gianluca Gagliardi che, rispetto alla sua abitudine, disegna una squadra con il modulo 4-3-1-2, riconsegnando la difesa dei pali allo sloveno Flrez (apparso sotto tono a Messina), arrestra in difesa Fiore che, compone il quartetto difensivo con Parisi, Parenti e Varriale, a centrocampo giostrano benincasa, Pesce e Salvino, con Guadalupi a supporto del duo d’attacco Mosciaro e Franzese. Franco Giugno, squalificato, disegna in campo un Montalto accorto, che fa il suo dovere, senza strafare. Sin dal fischio d’inizio, il Montalto appare più inn palla, più voglioso di fare risultato contro la più quotata avversaria. E con ilpassare dei minuti, la differenza di emozioni fa la differenza, tanto che al primo tentativo, la squadra di Giugno si porta in vantaggio. Sul libro dei cattivi, finisce Flrez che, atterra con un’uscita a kamikaze, Zangaro diretto in porta. Per l’arbitro D’Oronzo non ci sono duvbbi: rigore netto e sventolio del giallo davanti al giovane pipelt rossoblù. Iannelli, ottima la sua gara, si incarica del tiro e dagli undici metri regala il vantaggio alla sua squadra. Chi s’aspetta la reazione d’orgolio dei padroni di casa resta deluso. Sì perchè, il Cosenza va in bambola e sbanda pericolosamente in un paio di occasione. Al 33′ arriva la beffa. Occhiuzzi dopo aver seminato il panico in area rossoblù, viene abbattuto come un birillo da Parenti, già ammonito. L’arbitro sventola il secondo giallo al difensore, mandandolo anticipatamente a fare la doccia. L’inferiorità numerica costringe Gagliardi a ridisegnare il suo Cosenza in campo. Fuori Benincasa e Pesce e dentro Bruno e Sicignano. Il modulo diventa un 4-3-2 con Guadalupi che diventa playmaker. L’ingresso dei nuovi non modifica l’atteggiamento non solo tecnico-tattico ma soprattutto mentale dei padroni di casa che, dimostrano di mancare di personalità. Dopo quattro minuti di recupero, l’arbitro pugliese manda tutti negli spogliatoi. Gagliardi si fa sentire con i suoi e il Cosenza rientra in campo con uno spirito diverso, prendendo d’assedio la porta avversaria. Ma è solo un fuoco di paglia. Al 50′ scende nuovamente il gelo sul San Vito con il Montalto che, con una classica azione di contropiede, si porta sul 2-0. E ancora Iannelli il goleador. Cinque minuti dopo il Cosenza ha l’occasione di riaprire la partita. Mosciaro, dopo una triangolazione con i compagni di reparto, si presenta in area e viene atterrato da Tommaseo. E’ penalty. Il bomber si presenta dagli undici metri e calcia il rigore sopra la taversa. Scende il buio e si fa notte fonda per i Lupi. Al 58′ arriva il terzo gol con Zangaro che si regala una giaia grande e regala una domenica da urla per i tifosi del Montalto. Il 3-0 innervosisce i supporters silani che abbandonano gli spalti, increduli. Al triplice fischio finale,. dopo un sofferente extra time di 5′, il Cosenza esce dal campo a testa bassa. A fine gara iniziano i processi. L’analisi è impietosa: due sconfitte consecutive, sei gol presi. ma quello che preoccupa di più è la metamorfosi vista. Il Cosenza caparbio, testardo, orgoglioso, deciso di Messina, uscito sconfitto ma fra gli applausi, è rimasto in Sicilia, oggi s’è vista una squadra impacciata, timorosa, senza idee, senza mordente, senza attributi. E non può essere un alibi l’assenza di Arcidiacono. Non può essere considerato accettabile che una squadra, costruita per primeggiare in classifica, debba legare le sue fortune solo con un giocatore. Sarebbe una pazzia solo pensarlo. Chi è andato in campo ha offerto una prestazione indecente, impressionante, impresentabile, senza testa, nè cuore e con tre bocconi amari, amarissimi da ingoiare e digerire, soprattutto, in fretta. Lo score finale dice anche che adesso la distanza dalla vetta sale a quattro punti. Troppi per una squadra che vuole vincere e convincere. In sala stampa si cercano i protagonisti. Il Montalto, per decisione del presidente De Caro, sceglie il silenzio stampa. Prende tre punti e va via. Il Cosenza si chiude negli spogliatoi per recitare il mea culpa.

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