Minacce, coltelli e botte ai giocatori dell’Acri. Replica il Guardavalle: ‘Noi aggrediti all’andata e due anni fa”

GUARDAVALLE (CZ) – Dopo le accuse della dirigenza Acrese ed il clamore mediatico suscitato dalla presunta aggressione subita dai tesserati della società cosentina, arriva la pesante replica del Guardavalle: ‘Noi aggrediti e presi a schiaffi nella gara di andata. E due anni fa presi anche a sprangate e bastonate’

Potremmo scrivere un libro sugli episodi subiti dai nostri tesserati e tifosi in 40 anni ma non lo faremo nemmeno ora per non tirare in ballo fatti e situazioni che non c’entrano nulla con la presente. Ci meraviglia questo eccesso di indignazione e di zelo da parte della società acrese che nulla può rimproverare ai tesserati del Football Club Guardavalle. La stessa indignazione avremmo voluto leggerla o sentirla anche due anni fa quando in casa loro siamo stati aggrediti (allenatore, dirigenti, tifosi e genitori di due giocatori) al 90° minuto con spranghe, bastoni e lancio di oggetti solo perché avevamo esultato per il pareggio‘. Questa una parte del lungo comunicato emanato dalla società Guardavalle dopo le accuse di aggressione fisiche e verbali con tanto di minacce, addirittura si parla di un coltello puntato alla gola di un calciatore, per perdere la partita e denunciata dall’Acri che, sabato, si è rifiutata di giocare l’incontro di Eccellenza Calabrese a Guardavalle dopo che erano venute meno le condizioni psicologiche e di sicurezza. Insomma, non si placano le polemiche ed il clamore mediatico (che ha velocemente raggiunto anche le testate e i siti nazionali) di un episodio gravissimo e che con il calcio non ha nulla a che vedere.

 

                            L’arbitro e il guardalinee in attesa del match che non verrà giocato (foto Akr) 

 

Riportiamo per intero il comunicato del Football Club Guardavalle :

“Premesso che in 40 anni non abbiamo mai denunciato le scaramucce che avvengono domenicalmente e (sottolineamo) quasi ovunque, fuori dal rettangolo di gioco. Ci teniamo a precisare che la nostra società se aveva altre intenzioni non avrebbe accettato di anticipare la gara al sabato e non avrebbe ricambiato i doveri di ospitalità pronta ad accogliere allo Stadio la società acrese nei modi dovuti giocando sul rettangolo di gioco la propria partita. Potremmo scrivere un libro sugli episodi subiti in 40 anni ma non lo faremo nemmeno ora per non tirare in ballo fatti e situazioni che non c’entrano nulla con la presente. Ci meraviglia questo eccesso di indignazione e di zelo da parte della società acrese che nulla può rimproverare ai tesserati del Football Club Guardavalle. La stessa indignazione avremmo voluto leggerla o sentirla anche due anni fa quando in casa loro siamo stati aggrediti (allenatore, dirigenti, tifosi e genitori di due giocatori) al 90 minuto con spranghe, bastoni e lancio di oggetti solo perché avevamo esultato per il pareggio. Lo stesso dicasi per il ritorno quando i tifosi acresi si sono denudati di fronte alle forze dell’ordine e alle famiglie (donne e bambini) presenti allo stadio “Nicola Coscia”. Oppure vogliamo parlare dell’andata di questo campionato quando il nostro calciatore italo argentino Diego Casas è stato schiaffeggiato, guarda caso, dall’innocente diciannovenne che ha lamentato lo strattonamento e le ingiurie ieri, solo perché avevamo vinto sul campo la nostra partita, poi persa per un ricorso dell’Acri. Noi siamo responsabili di quello che accade in campo dove gli ospiti sono tutelati dalle forze dell’ordine, dalla terna arbitrale, dai commissari di lega e dai nostri dirigenti. Sarebbe pericoloso creare un precedente perché altrimenti chiunque si sentisse la “coda di paglia” nell’apprestarsi ad affrontare una trasferta potrebbe dire di aver ricevuto aggressioni, minacce o insulti evitando di scendere in campo e rischiare i propri calciatori, utili in partite più ostiche (vedi Coppa Italia Francavilla vs Acri). Per concludere, se per l’Acri i fatti sono quelli elencati nella loro nota stampa, per noi invece sono quelli emersi e appresi allo stadio, sul rettangolo di gioco, unico luogo deputato a decidere sportivamente vincitori e vinti. L’Acri si e presentato allo Stadio “Nicola Coscia” scortato dalle forze dell’ordine (in seguito dalla loro nota abbiamo saputo perché), I tesserati sono entrati nello spogliatoio accompagnati dai Carabinieri e dopo 5 minuti ne sono usciti avviandosi verso l’autobus lamentando un aggressione. Intanto quanti seguivano in diretta, sui siti web e sulle Radio locali la cronaca dell’anticipo, apprendevano che la società è arrivata scortata perché aveva riferito di aver subito minacce al Ristorante che li ospitava per il pranzo (Da chi??? Quando??? Dove?? Come???) Parecchie incongruenze che non giovano alla ricerca della verità. Guardavalle come comunità è ormai abituata a subire luoghi comuni e maldicenze varie. Fatto sta che, come detto sopra, ad Acri due anni fa, dopo un pareggio al 90 minuto nessuno si è indignato per l’aggressione. Ieri invece nessuno ha visto….o meglio, non c’era niente da vedere ed invece è scattata l’indignazione. Se leggete la cronaca del corrispondente della “GAZZETTA DEL SUD” non si discosta di una virgola da quanto hanno visto tifosi, terna arbitrale e Carabinieri. Comunque, per chiarezza, rispetto agli anni passati e fino all’ultima trasferta che hanno affrontato, appare strano che non ci fosse nessun tifoso dell’ Acri al seguito. C’erano tutte le condizioni per disputare sportivamente l’incontro, sia per la presenza delle forze dell’ordine che di un commissario di Lega ma, per oscuri motivi, qualcuno ha deciso di no, perché era più conveniente fare come è stato fatto…

Football Club Guardavalle

 

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