COSENZA – Una risposta si attendeva, è la risposta è stata data dalla squadra ad un ambiente che reclamava innanzitutto il risultato e di conseguenza i tre punti.
In settimana Cappellacci ha lavorato molto sul’ aspetto psicologico ed i risultati non hanno tardato ad arrivare. Spieghiamo meglio. Partiamo innanzitutto dal lungo possesso palla attuato dal Cosenza, che ha impedito oggettivamente che l’Arzanese potesse diventare pericolosa. Qualcuno potrebbe obbiettare che l’azione si svolga molto in orizzontale, tutto ciò è vero, ma come ribadito precedentemente l’importante è avere la gestione della palla e trovare la giusta imbucata per gli attaccanti rossoblu. Altro aspetto positivo che si è potuto notare, nello svolgimento della partita è certamente quello di aver visto la squadra sempre concentrata e che nei momenti in cui i campani hanno spinto per recuperare il risultato, non sia andata mai in affanno come successo nell’ultima partita a Lamezia. Questi sono elementi che vanno evidenziati anche per mettere in tranquillità un ambiente che giustamente si era preoccupato di queste pecche da parte della squadra rossoblu. Vista la prova del centrocampo, viene sicuramente all’occhio come ancora questo sia un reparto lontano dall’avere raggiunto il giusto amalgama e le giuste sincronie. Quello che comunque va ricordato e che gli schemi di Cappellacci si basano prevalentemente sulle giocate degli esterni e sulla corsa dei centrocampisti. Diciamo questo per cercare di comprendere come le fonti di gioco sono ben altre che Castegnetti, Meduri o Giordano. Altro aspetto da rimarcare e ricordare è quello che i lupi hanno avuto la certezza di giocare in Lega pro il cinque di agosto, quando la maggior parte delle squadre aveva svolto già l’80% della preparazione. Pazienza dunque, aspettare almeno altre tre o quattro settimane per esprimere giudizi più completi. Qualcuno potrebbe obbiettare che questo sia un articolo pro Cosenza, ma quello che va ricordato e che la squadra rosso blu ha dieci punti in classifica ed é quello che in questo momento fa la differenza. Le note dolenti ovviamente vengono dalla continuità che ancora non fa parte del sistema di gioco del Cosenza. Oggi si è visto un Calderini che ha fatto ciò che tutti si aspettavano, e che nell’economia degli schemi e del gioco, risulterà certamente determinante. Quello che ora più conta è la tranquillità che la classifica regala a tutto l’ambiente, non dimenticando che c’è ancora tanto da lavorare e da migliorare.
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