Italia
Rapporto dell'AIFA
Spesa farmaceutica in aumento e raddoppio degli psicofarmaci nei minori: i dati OsMed 2024
Nel 2024 la spesa farmaceutica italiana cresce del 2,8% grazie ai farmaci innovativi e alle terapie avanzate. Gli psicofarmaci tra bambini e adolescenti raddoppiano in dieci anni, pur restando al di sotto della media europea
ROMA – Tra i dati che emergono quello dell’aumento dell’uso degli psicofarmaci nei minori. In generale cresce la spesa farmaceutica in Italia. Nel 2024 il valore totale raggiunge i 37,2 miliardi di euro, con un incremento del 2,8% rispetto all’anno precedente, secondo il Rapporto OsMed 2024 sull’uso dei medicinali in Italia, realizzato dall’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa). L’aumento non è legato a maggiori consumi, rimasti stabili a 1.895 dosi ogni 1.000 abitanti al giorno, ma soprattutto all’introduzione di terapie innovative e ad alto costo rimborsate dal Servizio Sanitario Nazionale.
La spesa pubblica rappresenta il 72% del totale, pari a 26,8 miliardi di euro (+7,7%), mentre quella a carico dei cittadini scende a 10,2 miliardi (-4,6%). Nell’ambito della spesa pubblica, i farmaci acquistati dalle strutture sanitarie raggiungono i 17,8 miliardi (+10%), mentre la spesa territoriale, cioè quella per le farmacie, ammonta a 13,7 miliardi (+5,1%). I farmaci più consumati restano quelli cardiovascolari, ma la maggiore spesa è concentrata sui farmaci antitumorali, che nel 2024 valgono 8,2 miliardi di euro.
Tra i trend principali, il Rapporto segnala l’aumento delle terapie avanzate, con 12 nuovi farmaci rimborsati, dei farmaci orfani (che assorbono l’8,3% della spesa pubblica) e dei farmaci innovativi, con 46 nuovi prodotti introdotti tra il 2022 e il 2024.
Psicofarmaci ai minori
Un dato emergente riguarda l’uso degli psicofarmaci nei minori, che in meno di 10 anni è più che raddoppiato: dallo 0,26% dei bambini e adolescenti nel 2016 allo 0,57% nel 2024, pari a 1 minore su 175. La fascia 12-17 anni registra il consumo più alto, con 1 ragazzo su 98 che assume farmaci per la salute mentale, principalmente antipsicotici, antidepressivi e farmaci per l’ADHD. L’aumento è in linea con tendenze internazionali, legate anche alle conseguenze della pandemia sulla salute mentale dei più giovani. Nonostante ciò, l’Italia mantiene valori più bassi rispetto ad altri Paesi europei e extraeuropei, come Francia e Stati Uniti.
Il Rapporto evidenzia inoltre che i prezzi dei farmaci in Italia restano più bassi della media europea (-62,5%), pur garantendo una disponibilità di prodotti maggiore rispetto a molti Paesi. La spesa pro capite italiana si attesta a 672 euro (627 depurando gli effetti del payback), in linea con la media europea, inferiore a Germania, Austria e Belgio, ma superiore a Portogallo, Svezia e Gran Bretagna.
Secondo il presidente Aifa, Robert Nisticò, «è fondamentale promuovere il consumo di farmaci generici, l’aderenza alle terapie, l’appropriatezza prescrittiva e l’uso ottimale delle risorse disponibili, per garantire innovazione e migliori opportunità di cura nel rispetto della sostenibilità del servizio sanitario nazionale».
Antibiotici, consumo troppo alto soprattutto al Sud
Il consumo di antibiotici da parte degli italiani resta ancora troppo alto. Sebbene il 2024 abbia mostrato un lieve calo rispetto al 2023 (-1,3%), ogni giorno quasi 17 cittadini ogni 1.000 assumono questa categoria di farmaci, con una forte variabilità regionale. Livelli più elevati nell’utilizzo di antibiotici si registrano ancora al Sud, dove il 43,6% della popolazione ne ha assunto almeno uno in corso d’anno, contro il 40,1% del Centro e il 30,6% del Nord. Queste differenze, rileva l’Aifa, “fanno riflettere anche su prescrizioni e consumi non sempre appropriati”.
L’associazione amoxicillina-acido clavulanico si conferma il farmaco maggiormente utilizzato con 6,4 dosi giornaliere ogni mille abitanti (pari al 38% dell’intera categoria) e a maggiore spesa (3,13 euro pro capite), seguito per consumi dalla claritromicina (1,9 dosi giornaliere per mille abitanti) e dall’azitromicina (1,6 dosi giornaliere per mille abitanti). La più alta prevalenza d’uso si registra nei bambini fino ai 4 anni di età (45-47%) e negli over 85 (54-58%).
Al di là degli antibiotici, gli anziani si confermano i principali utilizzatori di farmaci: il 97,4% degli anziani ha ricevuto nel corso dell’anno almeno una prescrizione farmacologica. In media si arriva a oltre 3,4 dosi al giorno. Per entrambi i sessi, all’aumentare dell’età si assiste a un progressivo incremento del numero di principi attivi assunti. Il 68,1% degli over 65 ha ricevuto prescrizioni di almeno 5 diverse sostanze nel corso del 2024 e circa uno su tre (28,3%) ha assunto almeno 10 principi attivi diversi. L’elevato numero di farmaci e di dosi, sottolinea l’Aifa, aumentano le “occasioni di errore e di abbandono” e “la scarsa aderenza del paziente alle prescrizioni del medico è la principale causa di non efficacia delle terapie farmacologiche”.
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