CATANZARO – Un piano stategico vincente. Condiviso dai cittadini. Approvato dall’imprenditoria. Ma da attuare.
“L’impegno degli ambientalisti in Calabria ha prodotto un risultato importante: e’ stato elaborato un piano programmatico per chiudere per sempre con la stagione dell’emergenza permanente e avviare una gestione dei rifiuti razionale, basata sulla raccolta differenziata e sulle buone pratiche”. Lo afferma, in una nota, Stefano Ciafani Vicepresidente nazionale Legambiente. “Ma cio’ che piu’ conta – aggiunge – e’ che si tratta di un documento condiviso con le forze sociali, l’associazionismo, l’imprenditoria, e la societa’ civile, frutto di un lungo lavoro di analisi, confronto, proposta e sintesi. Si tratta dunque di un vero e proprio “Piano Calabria”, – aggiunge – una sfida alle assenze e agli errori della Regione Calabria nella gestione dei rifiuti, per farla finita con la propaganda e cominciare a immaginare possibili soluzioni, nell’ottica del bene comune e nell’interesse dei cittadini”. Per Ciafani “affrontare la questione rifiuti significa abbandonare una volta per tutte la strategia delle discariche e degli inceneritori, ancor di piu’ in Calabria, alle prese con un’emergenza che perdura da oltre un decennio. Si continua a smaltire in discarica sostanzialmente la meta’ dei rifiuti urbani prodotti nel Paese, in evidente violazione della direttiva europea sul tema, esponendo l’Italia a un pesante rischio sanzioni. Nonostante le dichiarazioni di rito, – dice – una soluzione alternativa non e’ stata nemmeno presa in considerazione. E invece l’unica opzione praticabile e’ la leva economica: serve imporre un aumento dei costi di conferimento (ad esempio attraverso un’ecotassa regionale), e lavorare perche’ il ministero dell’Ambiente e il Parlamento aggiornino quegli strumenti normativi ormai superati dalla realta’. Solo in questo modo potremo rottamare il modello fondato sull’attivita’ delle discariche come l’abbiamo visto fino ad oggi. Come sempre, – aggiunge – Legambiente affianca la proposta alla critica. Quello che l’associazione del Cigno Verde si propone di fare e’ la costruzione di un fronte comune per stimolare la politica nazionale a colmare assenze e ritardi nella gestione dei rifiuti. Il primo obiettivo e’ la redazione di un programma nazionale di prevenzione da parte del ministero dell’Ambiente. Occorre poi sostenere dall’esterno i parlamentari che vorranno sposare il cambiamento presentando le proposte di legge necessarie: dagli incentivi – conclude – ai materiali realizzati dal riciclaggio dei rifiuti alle modifiche normative sul compostaggio collettivo passando per l’ecotassa sulle discariche”.