La cosca capeggiata da ‘Ettaruzzo’ perde, in strada, un’altra pedina.
COSENZA – I Carabinieri del Comando Provinciale di Cosenza hanno dato esecuzione ad un decreto di “fermo di indiziato di delitto”, nei confronti di un 31enne residente a Rende: Fabrizio Antonio Provenzano. L’uomo risulta essere indagato insieme a Mario Gatto e Renato Mazzulla, già detenuti con l’accusa di tentata estorsione in concorso, aggravata dal metodo mafioso per aver vessato il titolare di una macelleria di Rende. Da quanto emerso dalle indagini Provenzano, insieme a Gatto ritenuto elemento di vertice della cosca Lanzino/Ruà (e, per tali motivi, ristretto in regime di ‘carcere duro’) avrebbe incaricato Renato Mazzulla (condannato per aver favorito la latitanza del boss Ettore Lanzino, sorpreso con le buste della spesa nelle scale della palazzina in cui fu scovato) di minacciare la vittima per estorcergli del denaro.
Mazzulla andò quindi dal macellaio chiarendo di essere stato mandato per il “regalo” che deve essere pagato “….sia a ferragosto che a Natale…..”, modalità queste usualmente utilizzate, nel contesto ‘ndranghetistico, per le richieste di “pizzo” da versare a scadenze fisse (in occasioni di festività particolari quali Pasqua, Natale e Ferragosto). Nessuna efficacia riscuotevano le manifestate difficoltà economiche della parte offesa. L’osservazione degli spostamenti dei soggetti del gruppo Lanzino – Ruà non gravati da misure detentive ed in stato di libertà avrebbe portato ad indagare sulle dinamiche utilizzate dalla potente ‘ndrina nell’imporre il “pizzo” ad attività commerciali ed imprenditoriali di Cosenza e del suo hinterland, soprattutto Oltrecampagnano nel rendese.
Un’attività investigativa che ha permesso di trarre in arresto, negli ultimi mesi, tutti i sodali della cosca, non ancora detenuti, dediti alle attività estorsive. Durante le intercettazioni sarebbe emerso che a causa dello stato di detenzione degli elementi di “vertice” della cosca Provenzano si trovasse ad essere come afferma egli stesso “…. solo come un cane… a…. pensare per tutti….”. Un’affermazione eloquente sotto un duplice aspetto: il primo sempre riferito alla nota attività “assistenziale” a favore dei detenuti e dei propri familiari e il secondo in merito al fatto che a seguito degli arresti il 31enne sarebbe rimasto il “solo” in libertà a curare gli interessi della cosca. Tra le fila degli affiliati al clan Lanzino-Ruà, contrapposto alle cosche Rango – Zingari e Cicero – Perna, il 14 Novembre venne fermato Renato Mazzulla, mentre il 2 Aprile scorso a finire in manette furono Massimo Ciancio e Francesco Costantino De Luca. L’arrestato infatti, espletate le formalità di rito, è stato tradotto presso la casa circondariale di via Popilia in attesa di giudizio.