Il carcere duro non fa per il presunto boss del clan Rango – Zingari.
COSENZA – Recluso in isolamento a Novara, in regime di 41 bis, Maurizio Rango ha chiesto la revoca della misura. Un’istanza già bocciata dal Tribunale di Sorveglianza di Roma. Ma i legali di Rango non si arrendono. Gli avvocati Sanvito e Greco hanno ripresentato la richiesta di applicare una soluzione più clemente per il loro assistito. Le motivazioni addotte in questo caso sarebbero da attribuire al fatto che il 39enne, ritenuto dagli inquirenti uno dei responsabili dell’omicidio di Luca Bruni, pare soffrire di claustrofobia. Una condizione che renderebbe effettivamente impossibile la detenzione carceraria a cui attualmente è stato sottoposto. E’ stata quindi disposta ed effettuata una perizia medica che sarebbe già stata consegnata al gip della direzione distrettuale antimafia. A seguire l’esempio del presunto boss è stato Daniele Lamanna anch’egli coinvolto nell’omicidio Bruni, il quale sembrerebbe aver chiesto la revoca della misura cautelare a cui è sottoposto attualmente per problemi di salute.