La Procura di Pescara ha emesso 23 avvisi di garanzia per la vicenda dell’Hotel Rigopiano, travolto da una valanga il 18 gennaio che provocò la morte di 29 morti. Tra questi il cosentino Tobia Foresta e la moglie Bianca Iudicone. Nei mesi scorsi, erano state indagate altre 6 persone tra cui il sindaco di Farindola
PESCARA – Sono 23 le persone iscritte nel registro degli indagati dalla Procura del capoluogo abruzzese per la tragedia dell’Hotel Rigopiano, distrutto da una valanga lo scorso 18 gennaio, a cui si aggiungo le altre 6 persone già indagate nel mese di aprile. Il disastro causò 29 vittime tra dipendenti e clienti del resort situato nel Comune di Farindola. Nella tragedia morirono anche il 60enne Tobia Foresta, originario di Cosenza e la moglie Bianca Iudicone, mentre i superstiti furono undici. Tra i reati ipotizzati dalla Procura guidata dal capo Massimiliano Serpi e dal sostituto Andrea Papalia ci sono quelli di omicidio e lesioni plurime colpose per tutta la catena dei soccorsi, che va dagli indagati della prefettura al comune di Farindola. Tra questi il presidente della Provincia Antonio Di Marco, Il dirigente delegato alle opere pubbliche Paolo D’Incecco, Il responsabile della viabilita’ provinciale Mauro Di Blasio, Il sindaco di Farindola Ilario Lacchetta e Il geometra comunale Enrico Colangeli. Per gli altri indagati sono ipotizzati anche i reati di falso e abuso edilizio.
Lo scorso aprile erano stati la provincia di Pescara e il comune di Farindola a finire ufficialmente sotto accusa. Sul registro degli indagati, il presidente della provincia Antonio Di Marco, il dirigente delegato alle opere pubbliche Paolo D’Incecco, il responsabile della viabilità provinciale Mauro Di Blasio. Il direttore del resort Bruno Di Tommaso è stato indagato anche per violazione dell’articolo 437 del codice penale, che punisce l’omissione del “collocamento di impianti, apparecchi o segnali destinati a prevenire disastri o infortuni sul lavoro”.
L’Hotel Rigopiano di Farindola, piccolo comune in provincia di Pescara, costruito alle pendici del Gran Sasso, fu spazzato via da una slavina staccatasi per l’effetto congiunto di bufere di neve e del terremoto. L’ammasso di neve, fango e macerie restituì il corpo senza vita di Tobia Foresta, il 60enne cosentino disperso e quello della moglie Bianca Iudicone di 50 anni. Entrambi, residenti a Montesilvano, risultavano nella lista delle persone presenti in albergo al momento della valanga che li aveva inghiottiti nella struttura. I loro copri, furono trovati a distanza di 9 giorni tra gli ultimi ad essere estratti dal corpo centrale dell’albergo dai vigili del fuoco.
Tobia Foresta era un dipendente dell’Agenzia delle Entrate di Pescara in Abruzzo, dove era andato a vivere da diversi anni insieme alla moglie Bianca Iudicone che di anni ne aveva 50. Era nato a Cosenza e fino all’età di circa 28 anni aveva vissuto a Montalto Uffugo. Bianca invece era nata in Germania ma era originaria di Alezio in provincia di Lecce.
L’ultimo viaggio di Tobia e Bianca. In migliaia al commosso addio dei coniugi morti al Rigopiano
Hotel Rigopiano, estratti senza vita i corpi del cosentino Tobia Foresta e della moglie Bianca