L’imponente opera di Calatrava prende forma e da oggi il ponte ‘ideato’ da Giacomo Mancini e realizzato dal sindaco di Cosenza, domina la città dei bruzi.
COSENZA – E’ stato il giorno del Ponte di Calatrava quello di oggi. In una calda domenica di luglio è stata innalzata la cosiddetta antenna di quello che è il ponte dell’architetto spagnolo, Santiago Calatrava, più alto d’Europa con i suoi 104 metri d’altezza del peso di circa 800 tonnellate.
In tanti hanno preso parte a questa, certamente storica, giornata in cui il sindaco è stato il vero protagonista. Mario Occhiuto ha parlato con orgoglio di quello che per lungo tempo è stato solo un progetto, un’idea, e che oggi ha preso ufficialmente vita.
“Un ponte unisce sempre due sponde e in questo caso unisce la parte nuova della città con quella antica – ha dichiarato entusiasta Occhiuto – fra una zona che prima era marginalizzata con molti insediamenti rom; oggi è rimasta solo una piccola baraccopoli ma abbiamo tolto oltre 1000 persone lungo il fiume. Un ponte ha il significato di collegare e di unire. Un collegamento: questa è l’idea del Ponte. Il ponte di Alarico sarà solo pedonale e attraversato dai mezzi pubblici e sarà il collegamento con il corso che stiamo completando verso il centro storico”. “Oggi le città devono essere sempre più competitive ed è importante perchè dobbiamo accrescere il benessere e la qualità della vita e poi le città soprattutto, devono diventare anche un’opportunità di lavoro per i giovani”.
L’opera faraonica che unisce le sponde del fiume vuole essere, secondo Mario Occhiuto, una possibilità per avvicinare le periferie alla città, per anni marginalizzate ovvero via Reggio Calabria e via Popilia. Tantissimi i cittadini e i curiosi che hanno assistito con gli occhi in alto al sollevamento dell’antenna. Alla cerimonia hanno preso parte, tra gli altri, anche il primo cittadino di Rende Marcello Manna, il sindaco di Catanzaro Sergio Abramo, il consigliere regionale Domenico Tallini e l’on. Roberto Occhiuto, nonchè il vicesindaco di Cosenza, Jole Santelli.