Calabria
Sanità nel vortice della rassegnazione in Calabria: 1 su 10 rinuncia a curarsi, liste d’attesa troppo lunghe
UGL Salute lancia l’allarme sui dati che denotano una profonda crisi del Servizio Sanitario Nazionale e indicano la necessità di proseguire ed aumentare i drastici provvedimenti di riforma a livello regionale
COSENZA – Sanità in Calabria nel vortice della rassegnazione. Quando le cose non funzionano i cittadini gettano la spugna anche se si tratta della propria salute. È questo il quadro preoccupante che emerge in Calabria. “I dati diffusi dall’Istat rappresentano un segnale d’allarme che non può essere ignorato: nel 2024, in Calabria siamo al 10% netto di chi ha rinunciato a curarsi e fra questi, il 6,8 afferma sia causata da liste di attesa troppo lunghe. Il problema ha riguardato il 6,3% dei residenti al Sud ed il 9,9% della popolazione italiana. Cifre drammatiche, esse confermano la profonda crisi del Servizio Sanitario Nazionale e la necessità di proseguire ed aumentare i drastici provvedimenti di riforma a livello regionale”.
Lo rilevano con preoccupazione Gianluca Giuliano, segretario nazionale UGL Salute e Guglielmo Nucci, segretario confederale del sindacato per la provincia di Cosenza, commentando l’audizione del presidente Istat, Chelli, presso le Commissioni Bilancio del Parlamento.
“La principale causa di rinuncia alle cure – sottolineano i sindacalisti dell’UGL – resta l’allungamento delle liste d’attesa, che da anni denunciamo come vera emergenza nazionale. Riconosciamo che l’intervento del Ministero della Salute per affrontare il problema, sia stato lungimirante e necessario ma i risultati concreti non sono ancora arrivati. Serve un celere cambio di passo: difficoltà organizzative, carenza di personale e differenze territoriali continuano a lasciare milioni di cittadini senza risposte”.
Sanità Calabria,UGL: “La salute non è questione di reddito”
“Ma non finiscono qui i dati negativi per il Meridione e la nostra Regione: la spesa per i servizi sociali in media nazionale è pari a 127 € per abitante ma al Sud è di 69 ed in Calabria a meno di 56. La spesa media, per il servizio sociale professionale, è spesso di meno di 3 € l’anno per abitante in circa 1/6 degli ATS, principalmente al Sud, moltissimi quelli calabresi. La spesa media pro-capite per l’assistenza domiciliare ai disabili, di Comuni singoli e associati, in circa 1/6 degli ATS è inferiore a 30 € annui (media nazionale 241) tanti come al solito quelli calabresi (dati del 2022, ultimo anno per cui le stime sono disponibili)”.
“L’UGL – concludono Giuliano e Nucci – ricorda alle Istituzioni che la salute è un diritto costituzionale: lo Stato deve garantire cure tempestive e accessibili a tutti i cittadini con programmazione efficace e monitoraggio puntuale dei risultati. È inaccettabile che la salute diventi una questione di reddito o di residenza”.
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