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Sale operatorie senza teli puliti, sanzione in vista per l’appalto dell’Asp di Cosenza

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Sale operatorie senza teli puliti, sanzione in vista per l’appalto dell’Asp di Cosenza

L’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza riceve sollecito dall’Autorità Nazionale Anticorruzione sui ritardi nella consegna di biancheria pulita e nel ritiro di quella sporca. Un appalto da oltre 7 milioni di euro

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COSENZA – Mancano biancheria, lenzuola e divise pulite per le strutture sanitarie della provincia di Cosenza. Criticità, mancanza di controlli, ritardi e inadeguatezza nella consegna che gli operatori lamentano da anni. Anomalie evidenziate anche dall’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC). Una sanzione è in vista per l’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza, chiamata a chiarire le carenze emerse sull’appalto affidato dal 2017 alla società abruzzese Hospital Service srl. Ad oggi l’Asp di Cosenza non ha chiarito come intende sanare i disservizi. E non ha fornito la documentazione richiesta. Né entro il termine stabilito di 45 giorni né dopo il sollecito scattato nelle scorse settimane.

Asp Cosenza, ritardi rilevati dall’Anticorruzione

L’indagine conoscitiva dell’ANAC sul servizio di lavanolo per le Aziende Sanitarie e Ospedaliere calabresi ha acceso i riflettori sull’operato dell’Hospital Service srl in favore dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza, dell’Azienda Ospedaliera Bianchi – Melacrino – Morelli di Reggio Calabria e dell’Asp di Cosenza. Per quest’ultima la durata dell’affidamento scadeva nel 2021, quando l’allora commissario straordinario Vincenzo Carlo La Regina ha disposto, in sintesi, la proroga dell’affidamento fino a ottobre 2026. Avviata l’attività di vigilanza, l’Anticorruzione ha riscontrato presunte irregolarità nelle forniture del 2024 e ha chiesto ragguagli. Interpellato, il Rup non ha risposto e per l’ANAC «non risulta aver garantito un’adeguata attività di coordinamento, supervisione controllo sull’esecuzione del contratto».

Cosa dovrebbe comprendere l’appalto del lavanolo

Nelle 200 strutture sanitarie dell’ASP di Cosenza, la Hospital Service si occupa del lavanolo, incassando oltre 7 milioni di euro. Il servizio comprende: «noleggio, lavaggio, disinfezione e movimentazione della biancheria piana (lenzuola, federe, copriletti, tovaglie, asciugamani, etc.) e confezionata (camici, divise, calzature, indumenti da lavoro, etc.) per il personale delle strutture sanitarie dell’ASP di Cosenza; noleggio e sanificazione di materasseria (materassi, cuscini, letti) e coperte; fornitura e ricondizionamento di calzature per il personale sanitario; gestione del servizio guardaroba e delle scorte; implementazione di un sistema di tracciatura della biancheria mediante microchip».

E include: «anche la fornitura di kit sterili per le attività chirurgiche dei Tavoli Operatori dei Presidi Ospedalieri, nonché della biancheria piana e della materasseria necessarie alla gestione dei posti letto».

Come vengono lavate e disinfettate le lenzuola

I materiali «una volta utilizzati – precisa sul sito ufficiale l’Hospital Service – vengono ritirati e ricondizionati attraverso un processo di disinfezione, lavaggio, essiccazione e finissaggio in uno stabilimento altamente tecnologico con elevati standard qualitativi. Grazie a sistemi informatici all’avanguardia e alla ricerca costante di nuove tecnologie, tutti gli articoli noleggiati possono essere personalizzati e identificati da microchip o codici a barre che ne assicurano la tracciabilità durante tutte le fasi di gestione e lavaggio, fino alla riconsegna finale. Questo consente, inoltre, di conoscere l’intero ciclo vita del prodotto e di individuare e sostituire i prodotti obsoleti». Eventuali disservizi, come imperfette condizioni igieniche o ritardi nel fornire/ritirare biancheria, vengono misurati sulla base dell’Ordinativo di Fornitura che l’ASP di Cosenza non ha formalmente emesso. Un contratto che neanche l’ANAC ha rintracciato e che sottolinea sia un «atto necessario per la determinazione dei quantitativi stimati, delle tempistiche di avvio e delle ulteriori specifiche operative richieste per la concreta attivazione del servizio».

Teli sala operatoria

Mancano teli puliti in sala operatoria

Fin dai primi mesi successivi all’avvio del servizio partito ad ottobre 2022, sono stati denunciati disservizi da parte dei referenti delle strutture sanitarie dell’Asp di Cosenza. «Tra le segnalazioni più significative – è scritto nella delibera n. 322 approvata dal Consiglio di Anac del 30 luglio 2025 – si richiamano quella dell’Ospedale di Cassano del 17 dicembre 2022, relativa alla mancata restituzione della biancheria inviata a lavare e alla conseguente necessità per alcuni operatori di provvedere autonomamente al lavaggio delle divise, nonché la nota del Blocco Operatorio del Presidio Ospedaliero di Corigliano del 22 dicembre 2022, che lamentava gravi ritardi nella fornitura della teleria necessaria per gli interventi chirurgici.

Nel mese di gennaio 2023 l’Unità Operativa di Anestesia del Presidio di Corigliano ha segnalato gravi carenze nella disponibilità di divise, maglioni e zoccoli per tutto il personale sanitario. A maggio 2023, il Presidio Ospedaliero di Rossano ha evidenziato la sistematica insufficienza nella fornitura dei kit universali destinati al blocco operatorio, con la consegna di quantitativi inferiori rispetto a quanto richiesto. Malgrado l’accertata reiterazione delle segnalazioni, non risultano in questo periodo atti istruttori o procedimentali dell’ASP volti all’attivazione del procedimento che avrebbe eventualmente portato all’applicazione delle penali previste. Nel mese di agosto 2023, il reparto COVID-19 dell’Ospedale di Rossano ha reiterato le doglianze relative alla carenza di divise e alla difficoltà nella gestione del materiale sporco».

Biancheria sporca all’Ospedale di Trebisacce

Per mesi «il Medico Referente della Direzione Sanitaria del Presidio di Trebisacce ha trasmesso una nota formale, lamentando la consegna di biancheria piana sporca, non stirata, e la restituzione di materiale inutilizzabile, evidenziando lamentele da parte di operatori, pazienti e familiari. A gennaio 2024, – ricorda la delibera dell’Anticorruzione – la Direzione Sanitaria del Presidio di San Giovanni in Fiore ha segnalato una grave carenza nella fornitura di biancheria pulita, mentre il reparto COVID-19 di Rossano ha denunciato nuovamente la mancata consegna di divise pulite. Il 26 febbraio 2024, l’Hospice di Cassano ha segnalato la mancata restituzione di cuscini e coperte, e l’assenza di parte del vestiario necessario per alcuni operatori. Emerge anche una nota formale, congiuntamente sottoscritta dal RUP e dal DEC, relativa al Presidio Ospedaliero di Corigliano, con cui veniva rappresentato un disservizio particolarmente grave nella consegna dei kit “sacca raccolta liquidi ad U” destinati al blocco parto». A fronte di ciò l’Asp di Cosenza, secondo l’ANAC, non avrebbe fatto nulla (a parte girare le segnalazioni alla stessa Hospice Service). E ha continuato per anni ad attestare la conformità del servizio.

Disservizi causati dai «comportamenti del personale»

Secondo quanto riferito dall’ASP di Cosenza, gli iniziali disservizi erano attribuiti all’attivazione di nuovi reparti e al reclutamento di 60 medici cubani, nonché 150 unità tra infermieri, autisti e altro personale dell’emergenza-urgenza. I disagi però negli anni aumentano tra ritardi nella consegna della biancheria pulita e nel ritiro di quella sporca. A novembre 2024 vengono denunciate condizioni di scarsa pulizia e igiene della biancheria piana e confezionata presso il Presidio di Praia a Mare, la consegna di un armadio-kit sterile inadeguato destinato alle sale operatorie dell’Ospedale di Cetraro ed ulteriori carenze generalizzate. L’Hospital Service ha giustificato le anomalie dando la colpa «a comportamenti del personale sanitario». I controlli sui servizi di pulizie sono ritenuti dall’Autorità Nazionale Anticorruzione inadeguati. Le verifiche dell’Asp di Cosenza, definite inefficienti e inefficaci dall’ANAC, avrebbero in questi anni «favorito il protrarsi delle inadempienze, senza conseguenze concrete per la società appaltatrice». Quantomeno fino ad aprile 2025 quando l’Anticorruzione ha comunicato l’avvio dell’istruttoria e l’Asp di Cosenza ha poi formalizzato la prima contestazione ufficiale all’Hospice Service.

Sospetti pagamenti di prestazioni non eseguite

Le verifiche in corso d’esecuzione sarebbero inadeguate «in quanto – si legge nella delibera firmata dal presidente dell’ANAC Giuseppe Busia – il Direttore dell’esecuzione ed il Responsabile del procedimento sembrano essersi limitati a ricevere e inoltrare le segnalazioni di disservizio alla società appaltatrice, senza adottare iniziative concrete ed efficaci per la verifica e la risoluzione delle problematiche. Emerge inoltre un disallineamento tra l’andamento effettivo del servizio, gravato da numerose e reiterate criticità, e le dichiarazioni di conformità rese in sede di liquidazione dei corrispettivi, le quali, in assenza di riserve o rilievi, rischiano di aver legittimato i pagamenti a fronte di prestazioni non correttamente eseguite».

I dirigenti coinvolti, hanno ricevuto le osservazioni dell’ANAC, ma non hanno inteso dare risposta su come intendano risanarle. Scattato il sollecito, seguirà la sanzione che andrà a gravare sulle casse dell’Azienda Sanitaria di Cosenza. Poi l’eventuale ricorso alla Corte dei Conti accerterà la responsabilità personale dell’ipotetico danno erariale, come di recente accaduto a un dirigente condannato a risarcire 1 milione di euro per l’approvvigionamento di “gas medicinali puri”. A meno che l’Asp di Cosenza, all’improvviso, non riporti teli, divise e lenzuola pulite tra le corsie degli ospedali e degli ambulatori dell’intera provincia. Prevenendo le infezioni ospedaliere che colpiscono circa il 10% dei pazienti e in Italia uccidono da 8.000 a 10.000 persone l’anno.

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