TREBISACCE (CS) – La sentenza del Consiglio di Stato ha consentito all’ospedale “Chidichimo” di Trebisacce di ritornare ad essere una vera e propria struttura ospedaliera dopo il depotenziamento decretato dal piano di rientro. Almeno in teoria perchè la nuova conversione non è ancora divenuta realtà. Per tornare ad essere una struttura in grado di erogare servizi adeguati, bisognerà investire in apparecchiature e soprattutto nel personale.
Non è questa, però, la sola criticità che riguarda la sanità della cittadina ionica. Nell’attesa che la riconversione divenga realtà, infatti, grossi problemi sono quelli relativi al 118. Sono rimasti, infatti, solamente due medici a cercare di garantire il servizio . Un numero decisamente insufficiente se si considera che i turni per coprire le 24 ore sono tre. Il tutto senza considerare giorni di riposo, eventuali ferie e, purtroppo, anche assenze per malattia.
Una situazione paradossale, che costringe spesso l’ambulanza a uscire senza la presenza del medico, situazione questa che crea grossi problemi agli operatori per non parlare dei disagi vissuti dai cittadini. Il personale medico fa tutto il possibile per garantire servizi adeguati, ma in alcuni casi si tratta di un avere propria missione impossibile. Una testimonianza della qualità della classe medica arriva dallo stesso ospedale di Trebisacce: nel reparto di chirurgia ambulatoriale, nel 2022, sono stati 511 gli interventi eseguiti, un numero più che triplicato rispetto agli anni passati.
La buona sanità si può fare a patto che i medici vengano messi nelle condizioni di lavorare.