CORIGLIANO ROSSANO (CS) – La riforma della giustizia del 2012 non ha sortito alcun effetto positivo, anzi, ha decisamente creato notevoli problemi al sistema giuridico italiano. Non è questa più un’ipotesi, ma una certezza, nota a tutti.
Per quanto concerne la Calabria e, nello specifico la zona dello Ionio cosentino, non c’è dubbio che la riforma, che ha portato alla chiusura del tribunale di Rossano (all’epoca Corigliano e Rossano erano ancora due comuni separati), ha generato effetti ancora più devastanti, sia se si considera il numero di abitanti complessivo, sia in relazione al tasso di criminalità. Una zona come la sibaritide, del resto, non può fare a meno di un presidio di legalità e la soppressione del tribunale di Rossano ha generato conseguenze negative anche a quello di Castrovillari, chiamato a gestire una mole di lavoro più che raddoppiata.
Proprio a causa di queste disfunzioni, nei mesi scorsi, anche la Regione, soprattutto attraverso la spinta dei consiglieri del luogo, si era espressa in maniera favorevole alla riapertura ed aveva dato la propria disponibilità a contribuire da un punto di vista economico. Anche il Governo, ora, apre ad una possibile revisione della riforma del 2012, che, come ammesso dallo stesso Ministro della Giustizia, non ha sortito gli effetti sperati. Un passo in avanti è quello registrato qualche giorno fa: il Ministro Nordio, rispondendo ad un’interrogazione della parlamentare del Movimento Cinque Stelle, Elisa Scutellà, ha garantito la disponibilità del governo nel rivedere le scelte compiute un decennio fa.
Ora, però, bisognerà passare ai fatti perché una delle risposte all’emergenza criminalità, che riguarda proprio il settore ionico cosentino, passa anche attraverso la riapertura del tribunale.