SCALEA (CS) – Sono molti gli imprenditori titolari di strutture ricettive spesso vittime dell’insoddisfazione dei clienti e per questo purtroppo “marchiati a vita per un post o un tweet critico, non sempre rispondente al vero, che resta impresso nella memoria del web”. Talvolta infatti, il cliente ritiene di dover segnalare al popolo della rete ogni minimo disservizio, magari manipolando la verità con immagini estrapolate dal loro contesto e con argomentazioni spesso pretestuose. Basta poco però, per far sì che quel giudizio non benevolo rimane accostato, senza alcun riscontro, come un marchio d’infamia al nome di un albergo sui motori di ricerca. A denunciare il fenomeno è Lucilla De Rose, imprenditrice che gestisce l’hotel di famiglia a Scalea, sul tirreno cosentino il cui sfogo è stato raccolto dall’AGI.
“La stagione è partita bene, e a dire la verità abbiamo lavoricchiato anche nel periodo del Covid. Abbiamo un bel programma e delle buone prenotazioni e speriamo anche nelle condizioni del mare, che ci dia una mano. In questi giorni è molto bello. E speriamo di poter allungare la stagione anche fino ad ottobre”.
Un’impresa di famiglia: “lavoriamo per i turisti”
“Mio padre – racconta – comprò questa collinetta quando intorno non c’era nulla, e costruì qui il suo sogno”. Una struttura che apre le sue finestre sul mare. Lucilla però è amareggiata per aver ricevuto critiche, sui siti dedicati al turismo, che non ritiene giuste: “Diciamo – spiega – che la cosa che ci rende inermi, e questo coinvolge anche tanti altri ristoratori e albergatori, è quella della critica gratuita. Si parte da un mobile che non ti piace nell’hotel fino alla critica del minimo comportamento che non sembra soddisfacente per il cliente. Spesso sono davvero delle critiche ingiuste – racconta – e questo ci rende vulnerabili, ci lascia amareggiati. A volte è la grande passione che ci mettiamo a farci andare avanti, sennò diremmo ‘ma chi me la fa fare…’. Ammettiamo che tutti possiamo sbagliare – dice Lucilla – e sappiamo bene che chi viene in vacanza debba essere sempre ben accolto e con il sorriso. Ce la mettiamo tutta, con grandi sacrifici – racconta l’albergatrice – ma i motori di ricerca non ci aiutano, se ci criticano anche duramente: dicono che se non sono offese dirette, non possono fare nulla”.
Le critiche sul web che restano lì in eterno
“La situazione è peggiorata da quando c’è la grande diffusione dei social. Mi ricordo di una signora – dice Lucilla – che è andata al quarto piano del nostro hotel, dove non ci sono stanze: è una sorta di deposito, e non era proprio in ordine. Ha fatto un video e ha fatto credere che quello fosse il corridoio dove c’era la sua stanza. E sono tanti i colleghi che mi raccontano le stesse avventure, ci sentiamo e commentiamo questi episodi per stemperare l’amarezza che ci resta, ma non cambia mai niente”.
Lucilla ha 34 dipendenti nel suo hotel ed ha creato un buon indotto e sinergie con altre strutture del territorio: “Non ho competenze per parlare del reddito di cittadinanza e sono favorevolissima a dare un aiuto a chi ha bisogno, ma se ti offro un lavoro – aggiunge – tu devi bloccare il reddito di cittadinanza, e delle signore che l’anno scorso lavoravano con noi lo hanno fatto. Voglio precisare che tutte le paghe che diamo – aggiunge Lucilla – sono quelle da contratto nazionale del lavoro. E se poi hai davvero delle competenze e lavori bene, non discuto certo dei 12 euro all’ora, te ne diamo anche 20 perché la gente è contenta. Per me è un falso problema quello della paga, ma è vero che il reddito di cittadinanza, in qualche caso, ci penalizza: se qualcuno arriva anche a 1300 euro tra reddito di cittadinanza, assegni familiari e altro, perché dovrebbe lavorare per me a 1100? E questo succede”.
Lucilla De Rose lancia un appello: “Lo sfogo della titolare di un noto hotel sulla costa tirrenica: “Marchiati a vita per un post o un tweet critico, non sempre rispondente al vero, rimasto impresso nella memoria del web”, lo voglio ricordare. Io ho vissuto per molti anni a Firenze, – dice – e sono tornata in Calabria perché ne sono innamoratissima. Per noi il turista è una persona a cui presentare la nostra regione, che penso sia eccezionale. A volte sbagliamo? Basta dirlo, tranquillamente. Non metteteci però alla berlina. Noi viviamo per far conoscere la nostra terra e quando leggo una critica ingiusta, anche fatta ad un collega, è come se attaccassero direttamente me. Noi viviamo per la nostra struttura”.