SAN GIOVANNI IN FIORE (CS) – “San Giovanni in Fiore, i dipendenti del comune in stato di agitazione, il sindaco assente alla riunione in Prefettura”. A scriverlo in una nota congiunta Susanna De Marco segretaria territoriale UIL FPL, Teodora Gagliardi segretaria territoriale FP CGIL e Antonello Borsani, territoriale CISL Fp che “stigmatizzano il comportamento del sindaco di San Giovanni in Fiore che, non essendosi presentata alla riunione dell’1 dicembre convocata da S. E. il Prefetto di Cosenza, si è sottratta dalla possibilità di confrontarsi concretamente e serenamente sulle problematiche che interessano i lavoratori del comune silano”.
“L’incontro in Prefettura – proseguono – sarebbe servito come strumento di conciliazione dello stato di agitazione proclamato durante l’assemblea dei lavoratori dell’Ente, durante l’assemblea tenutasi il 24 novembre scorso. Il giorno precedente, il sindaco di San Giovanni in Fiore, ha fatto recapitare presso la Prefettura e le Organizzazioni Sindacali, una nota di risposta allo stato di agitazione, in cui vengono descritti interventi intrapresi da parte dell’amministrazione che riguardano i lavoratori e che destano forti perplessità. Tale nota, in seno alla riunione del 24 novembre, è stata ritenuta non dirimente le problematiche sollevate dai lavoratori“.
Il sindaco non fornisce chiare motivazioni
Le questioni che hanno portato alla mobilitazione riguardano il mancato accoglimento delle richieste formulate dalle Organizzazioni Sindacali sull’utilizzo delle risorse assunzionali senza una chiara motivazione da parte dell’amministrazione.
“Nella fattispecie è stato proposto di utilizzare le risorse in modo equo per tutti i dipendenti, in modo tale da non creare disparità circa le ore di lavoro aggiuntive – spiegano i sindacati. – Inoltre si chiedevano spiegazioni circa lo spostamento, spesso improprio, del personale incidendo drasticamente sull’organizzazione dell’Ente; in ultimo la decisione di utilizzare figure professionali esterni, da utilizzare negli uffici con mansioni superiori, rispetto al personale interno già qualificato. I lavoratori chiedono solo dignità e la possibilità di portare avanti il proprio lavoro con la serenità necessaria in modo da offrire servizi di qualità ai cittadini, attraverso l’utilizzo immediato di tutti i resti assunzionali per come definiti e certificati dall’amministrazione stessa ed una organizzazione del lavoro che consenta l’espressione delle professionalità acquisite.
“Non è pensabile gestire un ente pubblico in modo arbitrario”
“Inoltre, il rispetto delle Organizzazioni Sindacali in quanto istituzioni e, principalmente, per i lavoratori è un dogma per ogni primo cittadino – puntualizzano i sindacati – che comprende che i servizi corrono sulle gambe e le braccia dei propri dipendenti e che il loro benessere è fondamentale per l’esercizio delle sue funzioni. Se ciò non è oggetto di interesse per un amministratore, lo è senz’altro per le organizzazioni sindacali. Non è pensabile gestire un ente pubblico in modo arbitrario, vi sono regole, diritti e doveri da rispettare. In questo caso il diritto contrattualmente previsto all’informazione e al confronto è stato completamente disatteso: è inaccettabile non dare informativa ai sindacati su gli atti del personale, così come concedere un confronto per adempiere in maniera frettolosa e infruttuosa ad un obbligo normativo.
San Giovanni in Fiore, lo stato di agitazione continua
“In ultimo sarebbe auspicabile che gli Enti Pubblici vengano gestiti con dipendenti pubblici e non creando commistioni tra dipendenti pubblici e privati. Troppo spesso i lavoratori si ritrovano a lavorare con personale esterno di cui non conoscono il titolo ad esercitare attività amministrativa, generando attriti e forti perplessità”. Pertanto le sigle sindacali “confermano lo stato di agitazioni e continueranno nelle azioni di lotta e rivendicazione degli interessi dei lavoratori
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