La Cisl chiede che alla Regione una soluzione immediata alla vertenza e annuncia un sit-in per venerdì prossimo
COSENZA -Si alza il grido di allarme sul futuro dei lavoratori delle Terme Luigiane e si acuisce lo scontro “sempre più forte” tra sindacati e azienda. Dall’assemblea svoltasi oggi, alla quale ha partecipato per la Cisl il segretario organizzativo Gerardo Calabria, “quelli che pagheranno certamente il prezzo più alto sono, infatti, i dipendenti, insieme all’intero indotto generato dal comparto termale”. E’ quanto si afferma in una nota della segreteria della Cisl di Cosenza.
Terme Luigiane, intero indotto a rischio
“Da sempre abbiamo chiesto semplicemente che fino all’assegnazione del nuovo aggiudicatario della gestione delle Terme, la Sateca possa continuare le attività, per come previsto nell’accordo siglato in Prefettura – è detto nella nota – Ad oggi, cosa possiamo dire ai lavoratori delle Terme che ogni anno, da marzo in poi venivano assunti? A marzo, infatti, ogni anno devono essere avviate le attività di manutenzione con 15 lavoratori assunti e da aprile-maggio a novembre-dicembre si svolgono le attività relative alle cure. In totale, sono coinvolti circa 230 lavoratori”.
“Si consideri che in media – è detto ancora nella nota della Cisl – sono oltre 30 mila le presenze negli alberghi, la maggior parte provenienti da fuori regione, cui vanno sommate le presenze extralberghiere. Oltre 21 mila sono le persone che usufruiscono delle cure termali. Il 40% delle terapie viene erogato per utenti che provengono da fuori regione. Nei numeri si legge l’importanza delle Terme Luigiane per il territorio. È necessario, dunque, compiere ogni sforzo per salvaguardare occupazione e indotto.
Per queste ragioni, la Cisl rinnova alla Regione Calabria l’invito a svolgere un ruolo attivo nell’individuare una soluzione alla vertenza. “Venerdì prossimo, con un sit-in alla Cittadella regionale, chiederemo un intervento che possa salvaguardare il futuro dei lavoratori di questa importante struttura termale”.