Cesareo si giustifica, “solo una campagna mediatica di fango”

Vincenzo Cesareo, direttore sanitario dello Spoke Ospedaliero di Cetraro-Paola, è accusato dalla Procura della Repubblica di Paola anche di aver somministrato indebitamente il vaccino anti Covid a suoi amici

 

COSENZA – Affida a Facebook il dottor Vincenzo Cesareo la risposta alle accuse mossegli dalla Procura di Paola. Un lungo post dove racconta la propria versione dei fatti. Per il direttore sanitario – sospeso –  dello Spoke ospedaliero di Cetraro-Paola, si tratta solo di una campagna mediatica diffamatoria, organizzata da tutte le testate giornalistiche regionali e nazionali, e di mala interpretazione delle sue azioni. L’unica risposta che il dottor Cesareo si guarda bene dal dare è quella relativa all’accusa di peculato, relativamente all’utilizzo dell’auto aziendale in uso al presidio ospedaliero da lui diretto, per fini personali quali, solo per fare alcuni esempi, accompagnare amici e parenti in aeroporto, recarsi a fare acquisti presso il centro commerciale Ikea di Salerno, portare a pranzi e cene, anche fuori regione, i propri familiari,  talune volte anche pernottando presso strutture alberghiere. Spostamenti e incontri tutti tracciati e riportati nelle migliaia di pagine che compongono l’inchiesta dei Nas.

Di seguito riportiamo integralmente il testo del post del dottor Vincenzo Cesareo.

“Non intendo dare giustificazioni, ma solo salvaguardare la mia dignità professionale che, al momento, mi interessa ancor di più di quella personale. La campagna mediatica di fango su di me prosegue a ritmo serrato ed è in iniziata, guarda un po’, ancor prima che bussassero alla mia porta i NAS ieri mattina intorno alle 7.10 per le perquisizioni ed i sequestri ordinati dal giudice ( telefono cellulare, una scatola semi vuota di cardioaspirina ed una scatola di anti diarroico con poche compresse dentro). Bene il mostro è stato sbattuto in prima pagina per i reati di peculato, truffa, falso etc., manca solo l’art.416 o magari il 416 bis. Dunque tra le accuse rivoltemi ci sarebbe il fatto che avrei fatto fare il tampone molecolare a parenti ed amici come risulta da una intercettazione nella quale avrei detto “tampono anche i gatti“. A nessuno dei media interessa conoscere il significato, per cui ve lo scrivo. Significava, semplicemente, che il tampone andava fatto a tutti per poter garantire la tracciabilità e contenere il virus. Comunque nella vaga ipotesi di accusa non si evince quali sarebbero questi parenti ed amici, e che avrei fatto tamponare una intera squadra di calcio di Fuscaldo dove si erano verificate delle positività, per cui era necessario procedere ai tamponi anche di parenti ed amici dei calciatori e dei dirigenti da parte del dipartimento di prevenzione dell’ASP di Cosenza. Il non aver eseguito i tamponi di massa ci ha portato allo stato di oggi! Mi si contesta ancora che avrei fatto vaccinare parenti, tra i quali mia madre, ed amici nel numero di 4 persone! Intanto mia madre non è stata vaccinata, per cui è chiaramente un falso, vero è che ne ho vaccinati due extra, che si trovavano nell’ospedale dove erano rimaste delle siringhe pronte per vaccino che se non le avessi utilizzate sarebbero andate buttate!!! Quindi sarei colpevole di non aver buttato i vaccini. A tale proposito è fresca la notizia di indagini nel Nord del Paese per lo spreco dei vaccini non utilizzati. Ma in Italia c’è mai stata univocità di interventi della magistratura? E dove era il cosiddetto piano delle vaccinazioni del Commissario della salute della Calabria che è stato pubblicato solo ieri? Ho più volte ripetuto ai miei collaboratori nei giorni trascorsi che non avrei permesso lo spreco di 1 solo vaccino, visto che prima o poi, speriamo il più presto possibile, si deve attuare la vaccinazione di massa.

Dalle cosiddette intercettazioni ambientali risulterebbe che non avrei partecipato a riunioni per l’attivazione del reparto Covid-19. Ricordo a tali signori che il primo paziente covid positivo è stato trattato proprio a Cetraro e che il 1 reparto covid è stato attivato proprio a Cetraro e guarda caso da me contro tutti e tutto e grazie alla determinazione del dr. Zuccatelli commissario p.t dell’ASP di Cosenza e che con grande determinazione mi sono battuto perché lo stesso reparto non venisse chiuso nel giugno scorso, ma ho perso la battaglia. La ripresa della pandemia ha richiesto la riapertura della Pneumologia covid dedicata aumentando addirittura i posti letto che da 6 sono diventati 21, non è stato semplice, anzi molto travagliato, ma alla fine il 14 novembre ha accolto i primi pazienti covid che dovevano essere quelli a bassa carica virale ma che di fatto erano pazienti gravi. A dimenticavo, questa volta ancora tra mille polemiche, il reparto è stato attivato da me. Mi si contesta, tra l’altro, che non avrei partecipato ad una riunione per tale attivazione ( riunione ne ho fatte tantissime e quasi tutti i giorni come della prima fase pandemica, tanto che a casa ritornavo sempre tardi). In verità a me le riunioni inutili non sono mai piaciute, perché perdita di tempo, sono abituato ad agire, ho la cultura e la determinazione del fare. Ma se c’è un dato incontrovertibile è quello che i reparti covid dedicati a Cetraro li ho attivati io! Non avendo ancora avuto modo di valutare gli atti dei quali il PM si è avvalso per agire nei miei confronti e verso i quali ho dato mandato ai miei avvocati per opporsi, mi riservo di riprendere altre considerazioni. E non dubitate che le esporrò perché dovrà pure emergere, prima o poi, perché i fatti da me denunciati in modo circostanziato a riguardo delle gestioni della salute ancora giacciono chissà dove e che per questo motivo ho rappresentato i fatti alla Procura di Salerno”.

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