Gennaro Licursi è ai domiciliari per truffa aggravata ai danni dello Stato e falsa attestazione della presenza in servizio. Sospesi dal servizio anche 3 dipendenti dell’Asp complici del sindaco
SCALEA (CS) – I finanzieri di Scalea hanno arrestato e posto ai domiciliari Gennaro Licursi, sindaco di Scalea, per truffa aggravata ai danni dello Stato e di falsa attestazione della presenza in servizio. La Procura di Paola, che ha coordinato l’indagine denominata “Ghost Work“, ha disposto anche la misura interdittiva della sospensione dall’esercizio del pubblico servizio nei confronti di 3 dipendenti dell’A.S.P. di Cosenza. Contestualmente, è stato eseguito un decreto di sequestro preventivo per circa 12mila euro emesso dalla medesima Autorità Giudiziaria.
Le indagini, andate avanti per alcuni mesi, hanno consentito di svelare un radicato e consolidato meccanismo di illiceità che ha consentito al sindaco – nella sua qualità di dipendente dell’A.S.P. di Cosenza – con la complicità di tre suoi colleghi, di assentarsi senza alcuna giustificazione dal luogo di lavoro. Infatti, lo stesso, una volta timbrato il “cartellino”, lasciava l’ufficio e si dedicava allo svolgimento di quotidiane attività di natura personale; sovente, il pubblico amministratore attestava falsamente di essersi recato in “missione” per conto dell’ufficio, occupandosi, anche in questo caso, di questioni non attinenti al servizio. In tal caso, le indagini hanno permesso di accertare, altresì, la complicità dei suoi colleghi, i quali, dipendenti presso diverse sedi dell’A.S.P. (Cosenza, Amantea, Scalea), attestavano che la missione si era svolta regolarmente, nonostante il sindaco non si fosse nemmeno mai recato presso le stesse.
Le condotte criminose, accertate mediante l’installazione di telecamere all’interno degli uffici del Distretto Sanitario del Tirreno di Scalea, analisi dei tabulati telefonici e monitoraggio con sistema GPS, sono state ricostruite in maniera capillare, anche grazie ad un’accurata attività di pedinamento e sono state incrociate con i dati delle presenze giornaliere risultanti dalla macchina marcatempo. Il quadro che ne è emerso – oltre 650 ore di “assenteismo” nel periodo oggetto di indagini – ha fatto rilevare la marcata disinvoltura con la quale gli indagati hanno agito e resa necessaria l’emanazione del provvedimento cautelare, oggi eseguito.
Di “consolidato meccanismo” ha parlato Danilo Nastasi, Comandante provinciale Guardia di Finanza Cosenza. “Il sindaco – ha poi aggiunto il comandante Nastasi – secondo quanto accertato dalle indagini, condotte con l’ausilio di telecamere, tabulati, rilevazioni Gps e appostamenti, con la complicità dei tre colleghi, attestava falsamente di essere in servizio o in missione per conto dell’azienda mentre in realtà svolgeva azioni personali e quotidiane”. Da quanto si apprende, in molti casi il primo cittadino si recava per ore al bar piuttosto che sul posto di lavoro.
Il risultato di questa attività è frutto dell’attenzione che la Procura della Repubblica di Paola ed il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Cosenza riservano nei confronti della Pubblica Amministrazione, per tutelarla da tutte quelle forme di truffa che derivano da condotte illecite. È prevista una conferenza stampa presso la Procura della Repubblica di Paola, alle ore 10, alla quale interverranno il dott. Pierpaolo Bruni, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Paola (Cs), il Col. Danilo Nastasi, Comandante Provinciale Guardia di Finanza Cosenza ed il Cap. Federico Gragnoli, Comandante della Tenenza Guardia di Finanza Scalea (Cs).