Scioglimento per mafia e candidabilità. Garofalo e Papasso: due facce della stessa medaglia

«Oggi, c’è bisogno di ristabilire la normalità democratica; c’è bisogno di pace e di concordia sociale; c’è bisogno dell’unità delle forze sane di Cassano»

 

CASSANO ALL’IONIO – L’ex sindaco di Cassano all’Ionio sarà candidabile alle prossime elezioni amministrative. E questo lo abbiamo letto anche nelle gigantografie sui muri della città.

«Una decisione che conferma che Gianni Papasso, nel suo agire amministrativo, non è stato in alcun modo condizionato dalla mafia, che non ha favorito le ‘ndrine, purtroppo, presenti sul territorio cassanese e che, ovviamente, non ha avuto alcun collegamento con ambienti malavitosi».

Una affermazione dello stesso Papasso «per una sentenza che, quindi, in maniera inequivocabile, esclude al Papasso qualsivoglia forma di responsabilità in ordine allo scioglimento degli organi elettivi del Comune di Cassano all’Ionio per presunte infiltrazioni mafiose, avvenuto nel novembre 2017».

Nello specifico, il Collegio catanzarese si sofferma sulla vicenda inerente l’interdittiva antimafia a carico della Garofalo Group. A tal proposito, nella citata sentenza viene giustamente evidenziata, con dovizia di particolari, la verità dei fatti, vale a dire: «I contratti e gli incarichi riportati nella relazione prefettizia siano stati, in buona parte, instaurati o conferiti prima dell’insediamento del Consiglio Comunale a seguito delle elezioni del 5.6.2019. Eppure, quando si è cercato- con carte alla mano- di dimostrare tutto ciò, quando si è cercato di far emergere l’assoluta buona fede che ha contrassegnato l’operato amministrativo, l’evidenza dei fatti veniva, paradossalmente, stravolta ed interpretata in senso negativo per l’Amministrazione Papasso. Così come, nessun valore veniva dato alla circostanza rappresentata dal fatto che, proprio a seguito di tale vicenda inerente la Garofalo Group, l’Amministrazione comunale dell’epoca,  su impulso del sindaco Papasso, procedeva alla rimozione dalla carica del Presidente del Consiglio comunale, congiunto dei titolari della predetta ditta- anch’esso oggi dichiarato candidabile- non già perché lo si riteneva responsabile di qualcosa ma, molto più semplicemente, per salvaguardare l’immagine dell’Ente e, ancor di più, per testimoniare un impegno concreto ed integerrimo nel rispetto delle leggi».

E Luigi Garofalo, l’ex presidente, è l’altra faccia della stessa medaglia

«L’autorevole pronuncia conferma la assoluta legittimità del mio comportamento di amministratore pubblico, da sempre improntato alla salvaguardia del pubblico interesse ed al rispetto per le istituzioni.

Sebbene, additato tra i responsabili dello scioglimento del Comune, ho atteso in silenzio, paziente – con il rispetto che si deve al lavoro della Magistratura – la pronuncia della Corte, fiducioso che la stessa avrebbe colto la verità dei fatti.

E la verità dei fatti, appunto, è che Luigi Garofalo ha svolto il suo ruolo politico con lealtà, coscienza e rispetto delle leggi.

Voglio ringraziare i miei legali avv. Giancarlo Pompilio e avv. Claudia Parise per l’abilità e la sagacia utilizzata nell’approntare la mia difesa e per la capacità mostrata nel fare emergere la verità dei fatti.

Vorrei concludere con una frase di un filosofo che mi sembra appropriata: “Abbi Pazienza: Nessuna bugia può farla franca per molto tempo”».

Intanto la campagna elettorale è iniziata

E questo è uno degli spot di un candidato a sindaco di nome Papasso: «Oggi, non c’è più spazio per scontri inutili e pretestuosi, per rancori, per affermazioni ambigue e sospettose, per dichiarazioni sibilline, per infamie velate, per calunnie, per diffamazioni e cattiverie che tanto hanno nuociuto alla collettività.

Oggi, c’è bisogno di ristabilire la normalità democratica; c’è bisogno di svelenire il clima creatosi; c’è bisogno di pace e di concordia sociale; c’è bisogno dell’unità delle forze sane di Cassano.

C’è bisogno che tutte le forze politiche, pur nella diversità di opinioni e mostrando senso di responsabilità, unitamente agli attori Istituzionali, sappiano dialogare e confrontarsi per individuare percorsi di rilancio della Città di Cassano, che amo profondamente. Il mio impegno sarà questo».

Se poi qualcuno vorrà anche dirci perché è stato sciolto il Consiglio comunale per infiltrazioni mafiose, saremmo lieti di apprenderne le motivazioni.

Che appaiono, fin qui, sentenze alla mano, assolutamente contrastanti tra loro.

Non ci è dato sapere, almeno fino a questo momento.

Ma come disse il simpatico vecchietto sulla panchina, all’ombra di una estate “politicamente rovente”: «Vuoi vedere che qui il mafioso sono io?».

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