ROSSANO (CS) – Per intimorire l’amico della sua ex ragazza lo aveva prelevato con la forza dal lavoro e portato in campagna fingendo di ucciderlo sparandogli con un scacciacani.
Ieri, a seguito di indagini svolte dal commissariato di Rossano, è stato notificato l’obbligo di dimora, con prescrizione di non allontanarsi dalla propria abitazione nelle ore serali e notturne, nei confronti di Brogneri Gianluca, Classe 1989, Le Fosse Angelo, Classe 1972, e Accroglianò Domenico, Classe 1993, detenuto presso la Casa di Reclusione di Castrovillari per il reato di Stalking e per violazione dell’obbligo di non comunicare con persone diverse da coloro che con lui coabitano o lo assistono. I tre sono accusati di danneggiamento seguito da incendio, in concorso, con l’aggravante di aver commesso il fatto nei confronti di un pubblico ufficiale.
Domenico Accroglianò si era reso responsabile del reato di atti persecutori continuati, ai danni di una minore. Tali atti si erano concretizzati in ripetute e continue condotte lesive dell’integrità psico-fisica della giovane, che a più riprese veniva fatta oggetto di una serie di attenzioni a sfondo persecutorio di vario genere. Le successive indagini, consentivano di raccogliere significativi riscontri in merito che hanno permesso di porre Accroglianò agli arressti domiciliari il 4 Settembre scorso. L‘8 ottobre, i vigili del fuoco sono intervenuti via Dalmazia per spegnere le fiamme divampate dall’autovettura Ford “C-Max” in uso ad un Sovrintendente della Polizia di Stato, in servizio presso il Commissariato di Rossano. Le fiamme avevano danneggiato solo parzialmente la parte anteriore dell’auto. Successivamente, il 25 Ottobre nella stessa strada, veniva nuovamente data alle fiamme la medesima autovettura Ford Focus, distruggendola. Gli autori materiali del fatto, risultarono essere Brogneri, Le Fosse e Accroglianò.
Le motivazioni alla base del fatto risiedevano nel profondo risentimento che il ventunenne nutriva nei confronti della Polizia di Stato ed, in particolare, nei confronti di un poliziotto, per l’attività che lo stesso aveva svolto in relazione all’arresto di Accroglianò, di Brogneri e Giuseppe Nigro, per il reato di sequestro di persona aggravato, nei confronti di un giovane residente nel comune di Rossano, reo di essere stato visto passeggiare con la ragazza presa di mira da Accroglianò, nonché per aver partecipato alle indagini per il reato di atti persecutori. Il giovane avrebbe violato l’obbligo di comunicare solo con i familiari per organizzare l’agguato all’auto dell’agente i due suoi amici Brogneri e Le Fosse. Una circostanza accertata dai filmati delle telecamere presenti presso l’abitazione dell’arrestato installate di lui stesso dalla cui visione si riconoscevano i tre soggetti indagati. Il giovane è stato quindi tradotto presso il penitenziario di Rossano.