AMENDOLARA (CS) – La data del 2 luglio a Roma si avvicina. Quel giorno infatti si terrà la conferenza dei servizi per il Terzo Megalotto della S.S. 106 che collegherà Sibari a Roseto.
A battersi per la salvaguardia del suo territorio è il sindaco di Amendolara, Antonio Ciminelli, che lottò anche per scongiurare le trivellazioni nel mare Jonio con risultati positivi. Il sindaco del Comune jonico e la sua amministrazione hanno ribadito di non essere contrari alla realizzazione del progetto, ma di nutrire diverse perplessità sull’impatto ambientale. Ciminelli ha tentato fino ad oggi di cercare un giusto compromesso che garantisse la realizzazione dell’opera a tutela però del territorio. Ciminelli dunque, si è opposto all’ammodernamento del Megalotto 3 della S.S. 106 per diversi motivi. Lo abbiamo sentito per capire meglio qual è la posizione che intende assumere in vista della Conferenza dei Servizi a Roma con i vertici dell’Anas che, a suo dire, avrebbero completamente stravolto il progetto originario che prevedeva ad esempio la realizzazione, su 17 chilometri, di 4 gallerie e 2 trincee mentre a tutt’oggi, compaiono solo sette chilometri di trincee.
Dunque dalla comunicazione ufficiale dell’Anas, le indicazioni iniziali sono state totalmente cambiate. Il tracciato doveva essere realizzato integralmente in galleria naturale senza rappresentare un’ulteriore cicatrice per il territorio: “Non siamo contrari alla realizzazione della strada. Il problema è il progetto, il tracciato e le modalità di realizzazione. Se noi dobbiamo realizzare il terzo megalotto che è la parte finale di un anello europeo che congiunge Vienna, Parigi e l’Italia meridionale al resto d’Europa, non credo che dopo aver realizzato 6 o 7 mila chilometri di strade degne di questo nome, si possa arrivare ad Amendolara e realizzare un tracciato e fare interventi che sono addirittura peggiorativi della stessa proposta, o meglio del progetto posto a base d’asta, per l’aggiudicazione dell’appalto. Questo è un ricatto per il territorio e un modo per farci fare una guerra fra poveri, come avviene sempre al sud. Noi non siamo contrari al progetto ma solo a quello che avevamo contestato all’inizio come progetto; paradossalmente hanno addirittura stravolto e peggiorato quello che noi abbiamo già inizialmente contestato e non solo questa amministrazione, ma anche quella passata e l’altra ancora”.
“Io ricordo a tutti – prosegue Ciminelli – che questo è un progetto la cui esecuzione ha come minimo 30-40-50 anni. Arrivare ad oggi e scaricare le responsabilità su un sindaco o un’amministrazione di un paese e non dire che il progetto è stato assolutamente stravolto e danneggia e compromette irrimediabilmente il territorio, proponendo di realizzare meno di quanto fosse la peggior proposta avanzata non più tardi di due anni fa, io credo che sia un ricatto e una mancanza totale di onestà intellettuale da parte di tutti”. Parole dure quelle del sindaco di Amendolara che parla di una sorta di ‘estorsione’: “Io penso che è compito di un’amministrazione salvaguardare il territorio; se poi il territorio devo svenderlo con il ricatto che la strada non si fa, che i soldi vengono trasferiti altrove o che il lavoro non arriva perché si sono promessi migliaia e migliaia di posti di lavoro… tutto ciò è semplicemente un ricatto che rende ancora più inaccettabile la proposta fatta dall’Anas. La differenza in termini di realizzazione e in termini di denaro è nell’ordine di 50/100 milioni di euro… se il MOSE è partito da un miliardo di euro e siamo arrivati a sei, e due miliardi se li sono spesi, molto probabilmente, e uso il condizionale, ad ostriche e champagne, io credo che per salvaguardare un territorio di inestimabile valore naturale e archeologico, si debba spendere qualcosa in più, io credo lo si possa fare.
Anzi, noi non chiediamo di spendere di più ma i soldi che erano originariamente previsti e che hanno consentito di appaltare un progetto di 4mila 800 metri di galleria naturali. Adesso ce ne sono settemila solo di trincee… lascio giudicare a voi”. Ciminelli infine sottolinea la necessità di fornire a tutti una corretta informazione: “Io non sono contro la strada perché è uno strumento di sviluppo. Anche i romani sono diventati grandi perché hanno fatto le strade. Io non sono un No Tav che contesta incondizionatamente qualsiasi cosa; la strada deve essere fatta ma non a discapito e sulla pelle dei cittadini. L’ho detto a febbraio quando ci sono stati i responsabili Anas, che è assolutamente intollerabile che ogni volta che finiscono i soldi è sempre il sud che deve pagare. Cioè i soldi finiscono solo per il Sud? Hanno buttato migliaia di miliardi dovunque in Italia; qui si tratta di sventrare un territorio e questo è normalissimo perché non si trovano 50 milioni. Per il Mose ne hanno trovato altri 5 miliardi; come per tutte le altre opere d’Italia, abbiamo la Salerno Reggio Calabria che è un pozzo senza fondo. qui c’è da salvaguardare un territorio che viene compromesso irrimediabilmente e ci dicono: ‘No o facciamo le trincee o i soldi li spendiamo altrove’. Questa è estorsione perché mi si chiede di penalizzare il territorio sotto la minaccia di portare i soldi da un’altra parte. Io tutto questo lo dirò alla conferenza dei servizi il 2 luglio a Roma: “è un’indecenza che si ricatti in questo modo un territorio, facendo fare guerre fra poveri come è sempre avvenuto, come quando chiudono ospedali, tribunali, agenzie delle entrate… i territori vanno salvaguardati altrimenti qui davvero non ci rimane più nessuno”.