SARACENA (CS) – Raccolta differenziata, gestione integrata dei rifiuti e consorzio dei comuni virtuosi. Sono sufficienti 40 mila abitanti. E ci sono.
Anzi sono molti di più quelli che vogliono mettersi in rete e rendersi autonomi dal sistema regionale e pensare, da ora in avanti, al rifiuto come risorsa. La rivoluzione parte da Saracena dove associazioni, movimenti e amministrazioni comunali hanno partecipato al raduno regionale dei comitati ambientalisti tenutosi nel week end scorso. Un successo senza precedenti. La verità emersa è che non basta raggiungere le percentuali di raccolta differenziata previste dalle leggi nazionali: è importante che si adotti concretamente la Strategia Rifiuti Zero. I sindaci dovrebbero farsi promotori di una attività educativa permanente che vada a ribaltare stili di vita, modalità di produzione tendendo all’eliminazione del rifiuto in quanto tale. E’ necessario avviare una gestione pubblica dei rifiuti che lasci ai territori la ricchezza prodotta. Al fine di scongiurare ulteriori disagi territoriali e devastazioni ambientali, l’unica strada è una maggiore assunzione di responsabilità da parte delle amministrazioni comunali nel contrastare quelle politiche regionali che incentivano il procrastinarsi dello stato emergenziale. Sono questi i contenuti del documento unitario stilato nella due giorni Saracena del ‘summit’ ambientalista di Novacco. Un documento condiviso con i Sindaci e gli amministratori comunali che, dalle diverse province calabresi hanno portato il proprio contributo alla nascita di questo Consorzio di Comuni virtuosi.
Tutti d’accordo. Da Celico a Civita, da Malito a Cittanova (RC), da Altomonte a Bianchi, sino a Pentone (CZ) e Stignano (RC). Poi Fossato Serralta (CZ), Santa Sofia D’epiro. Tra i movimenti e le associazioni ambientaliste presenti: Costa Nostra di Curinga, Utopie Sorridenti di Cosenza, Comitato Bonifiche dei terreni, fiumi e mari di Calabria, CSOA Cartella di Reggio Calabria, Comtitato Ambientale Presilano di Celico e Rovito, Osservatorio Nazionale Amianto Cosenza, coordinamento calabrese Acqua Bene Comune di Spezzano della Sila, CPOA Rialzo di Cosenza, LIPU e comitato No alle Discariche di Rende. Proponiamo di seguito la versione integrale del documento:
PER UN NUOVO MODELLO DI GESTIONE DEI RIFIUTI IN CALABRIA.
Il territorio calabrese, dopo anni di gestione emergenziale dei rifiuti, versa tuttora in una situazione drammatica, con le strade invase dalla spazzatura e con l‘unica prospettiva, offerta dalla Regione, dell’apertura di nuove discariche e di impianti sempre più imponenti. Poche sono quelle realtà virtuose che hanno individuato, nella raccolta differenziata porta a porta, l’unica modalità capace di assicurare un servizio efficiente ai cittadini, rendendo concreto quello slogan, così spesso abusato, della necessità di trasformare i rifiuti in ricchezza. Tra queste abbiamo sempre guardato con attenzione all’esperienza di Saracena, che ha deciso, inoltre, che quella ricchezza prodotta deve rimanere nelle mani della collettività, sotto forma di lavoro e servizi, affidando l’attività di raccolta dei rifiuti ed il Servizio Idrico Integrato ad un’azienda speciale di diritto pubblico, unico caso in Italia. Questo modello, sicuramente migliorabile e perfettibile, oggi cerca di allargarsi, promuovendo la nascita di un consorzio di comuni virtuosi, e noi intendiamo sostenere proprio questo tentativo, nella convinzione che sia questa una strada da percorrere per uscire definitivamente da una gestione scellerata. Ma affinché questa esperienza sia più incisiva, riteniamo indispensabile evidenziare alcuni punti. Il primo è che non basta raggiungere le percentuali di raccolta differenziata previste dalle leggi nazionali: è importante che si adotti concretamente la Strategia Rifiuti Zero, quindi puntare – in una prima fase – alla riduzione a monte, al recupero e al riciclo di percentuali sempre maggiori di rifiuti. A questo proposito i sindaci dovrebbero farsi promotori di una attività educativa permanente che vada a ribaltare stili di vita, modalità di produzione che tendano, in prospettiva, all’eliminazione del rifiuto in quanto tale. Il secondo consiste nella necessità di una gestione pubblica che lasci ai territori la ricchezza prodotta. Il concetto di pubblico, tuttavia, da solo non basta, deve infatti essere affiancato a quello di partecipazione: è necessario far sì che i cittadini, attraverso comitati e associazioni, possano fattivamente contribuire alle politiche gestionali dell’azienda consortile. Come terzo punto, infine, riteniamo che i sindaci debbano farsi parte attiva nel contrastare quelle politiche regionali che incentivino il procrastinarsi dello stato emergenziale. Al fine di scongiurare ulteriori disagi territoriali e devastazioni ambientali, l’unica strada è una maggiore assunzione di responsabilità da parte delle amministrazioni comunali, salvaguardando l’integrità territoriale, non solo per quanto riguarda aspetti tecnici e amministrativi, ma come reale interessamento alla qualità ambientale. In quest’ottica i comitati territoriali calabresi riconoscono il percorso di questo consorzio, come primo passo tangibile verso la realizzazione di un percorso virtuoso di gestione pubblica e partecipata dei servizi di pubblica utilità.
Piano di Novacco, terra di Calabria,
Coordinamento regionale comitati ambientali calabresi