FAGNANO CASTELLO (CS) – Vendeva la ‘coca’ da casa con gli occhi fissi sui monitor per essere pronto a sbarazzarsi di tutto all’arrivo delle forze dell’ordine.
I Carabinieri della Stazione di Fagnano Castello hanno arrestato tre giovani, residenti nel piccolo comune della provincia cosentina, ritenuti responsabili del reato di spaccio di sostanze stupefacenti. Merenda Raffaele, 32enne originario di Roggiano Gravina ma residente a Fagnano, già arrestato lo scorso mese in flagranza di reato in quanto, al termine di una perquisizione condotta dagli stessi Carabinieri nella sua abitazione, era stato trovato in possesso di circa 40 grammi di“cocaina”, con una percentuale di principio attivo pari al 44% ed idonea alla realizzazione di circa 104 dosi, nonché un bilancino di precisione è stato posto agli arresti domiciliari. Altri due giovani, L.I. e M.D., rispettivamente di anni 25 e 20, sono stati invece sottoposti alla misura cautelare dell’obbligo di firma per tre giorni alla settimana. A carico dei tre soggetti risulterebbero gravi indizi raccolti nel corso di una prolungata attività indagine intrapresa fin dallo scorso anno e che ha consentito, oltre all’esecuzione degli odierni provvedimenti, anche la segnalazione all’autorità competente di 14 persone quali assuntori di stupefacenti e di recuperare complessivamente 120 grammi circa di droga tra cocaina e marijuana. Nel dettaglio, il Merenda, sulla base della ricostruzione compiuta dagli investigatori, sarebbe responsabile dell’attività di cessione di stupefacente, risalente al luglio 2013, eseguita all’interno della sua abitazione. Al riguardo, gli inquirenti hanno individuato e posto sotto sequestro un sofisticato sistema di videosorveglianza predisposto lungo l’intero perimetro dell’abitazione, verosimilmente per rendere più agevole l’attività criminosa e “proteggersi” dagli eventuali improvvisati controlli da parte delle forze dell’ordine. Nei confronti degli altri due individui, sottoposti all’obbligo di firma presso la locale caserma, sono stati raccolti indizi tali da poterli ritenere responsabili di altrettante cessioni di stupefacente in zone isolate del centro abitato fagnanese, ad acquirenti provenienti dai vicini comuni con i quali mantenevano costanti contatti telefonici.