I camion di rifiuti iniziano a sversare, presidio ad oltranza

CELICO (CS) – Delusione, rabbia e preoccupazione a Celico.

Giornata di protesta a Celico, nel Cosentino, dove centinaia di persone hanno bloccato, questa mattina, i camion che dovevano sversare i rifiuti di 49 comuni del Cosentino nella piccola discarica di servizio dell’impianto di compostaggio. Dopo una lunga trattativa tra le forze dell’ordine e i cittadini in protesta i primi camion sono stati fatti passare. La popolazione vuole però controllare cosa e quanto si scaricherà nel sito presilano. Infatti si teme che, oltre alla spazzatura comune, arrivi anche del percolato, che potrebbe inquinare il territorio. “Ci hanno preso in giro” urlano i cittadini in presidio, che annunciano di rimanere davanti la discarica finchè non avranno risposte sull’entità e la tipologia di rifiuti sversati.

 

I volontari di Legambiente si sono schierati, questo pomeriggio, a fianco dei manifestanti al presidio alla discarica di Celico per protestare contro l’ennesimo insopportabile atto di arroganza nella gestione calabrese dei rifiuti. L’associazione ambientalista – che in questi giorni sta facendo tappa alla stazione di Cosenza con il Treno Verde (la storica campagna realizzata in collaborazione con Gruppo Ferrovie dello Stato per monitorare la qualita’ dell’aria e l’inquinamento acustico delle citta’ italiane) – si schiera a fianco dei cittadini e dei movimenti presentando una denuncia alla Procura della Repubblica per evitare l’ennesimo scempio legato alla gestione dell’emergenza rifiuti in Calabria. “Un’emergenza rifiuti che ci trasciniamo dagli anni ’90 senza alcun percepibile miglioramento – accusa Francesco Falcone, presidente di Legambiente Calabria – Prima un lunghissimo commissariamento fallimentare nelle sue azioni cosi’ come la fase ordinaria susseguita in questi mesi che ha solo pensato a gestire l’emergenza e nulla proponendo tranne una corsa sfrenata alle discariche. La Regione Calabria ancora una volta si contraddistingue per una totale assenza di politiche per la prevenzione dei rifiuti e per contrastare le attivita’ illecite connesse al ciclo dei rifiuti”.

 

Legambiente propone un piano straordinario che incentivi la raccolta porta a porta soprattutto dell’organico, porti alla realizzazione di tanti impianti di digestione anaerobica e compostaggio e di centri comunali di raccolta, preveda il divieto di conferimento in discarica dei rifiuti non pretrattati, partendo da un accordo efficace, efficiente e trasparente con i Consorzi di filiera per il riciciclaggio dei materiali differenziati. Quello messo in atto in questi anni – secondo Legambiente – e’ un sistema inefficiente che basa tutto sulle discariche con quelle pubbliche ormai prossime alla saturazione e con le aree private non in grado di assicurare allo stato lo smaltimento degli scarti di lavorazione e del rifiuto tal quale eccedente la capacita’ di trattamento impiantistico. E’ sbagliato che la maggioranza del Consiglio Regionale abbia apportato una modifica legislativa che permette di utilizzare le volumetrie autorizzate ai privati; la gestione dei rifiuti deve essere in mano pubblica per combattere le illegalita’ diffuse e gli appetiti delle ecomafie. Le ordinanze del Presidente Scopelliti di conferire il tal quale non fanno che aggravare una situazione di grande emergenza che e’ sotto gli occhi di tutti. Quest’ennesima decisione sembra favorire gli interessi dei privati e impedisce l’avvio della gestione virtuosa del ciclo integrato dei rifiuti.

 

“Abbiamo proposto soluzioni e alternative alle linee guida approvate dalla Giunta Regionale ben un anno fa – accusa ancora Falcone – Abbiamo necessita’ di avere impianti di compostaggio e declinare risorse e azioni per addivenire alla raccolta differenziata porta a porta spinta, la sola che puo’ farci uscire dalla perenne e continua emergenza. Per ridurre i conferimenti in discarica la Regione utilizzi la leva economica, rendendo piu’ costosa questa modalita’ di smaltimento, come fatto con successo negli ultimi anni in altre regioni, a partire dalla Sardegna e dalle Marche. I Comuni invece devono domiciliarizzare la raccolta differenziata in tutto il territorio urbano. Solo cosi’, e con una rete di impianti di riciclaggio ancora tutta da costruire, potremo lasciarci alle spalle la lunga stagione delle mega discariche. Attendiamo su questo fronte un segnale di forte discontinuita’ rispetto al passato dalla politica locale.” In questo scenario i pochi sono i comuni virtuosi vedono svanirsi e soffocarsi l’impegno e i risultati raggiunti. “L’aumento della produzione di rifiuti e la discarica come principale opzione di gestione sono due emergenze che l’Italia non ha mai affrontato con determinazione – dichiara Stefano Ciafani, vicepresidente nazionale di Legambiente. Per risolverle serve il coraggio della politica, sia a livello nazionale che a livello locale. Il sistema impiantistico pubblico in Calabria e’ assolutamente inadeguato e deve voltare pagina. Serve un programma straordinario di ammodernamento impiantistico finalizzato al nuovo scenario fondato sul riciclaggio e sulle auspicate politiche di prevenzione che ad oggi sono ancora un miraggio. In questo nuovo scenario non capiamo assolutamente la necessita’ di realizzare nuovi impianti di trattamento dei soli rifiuti indifferenziati e nuove discariche, quando sarebbe invece fondamentale avviare nuove soluzioni impiantistiche finalizzate al riciclaggio a servizio della raccolta differenziata. Cosi’ perseverando non si vede la fine. Occorre una forte inversione di tendenza ed una assunzione di responsabilita’ di tutta la classe politica e dirigente della Regione”. L’emergenza rifiuti rischia ora di distruggere anche cio’ che di buono era stato fatto fino ad ora da parte di alcuni Comuni.

 

La Calabria (secondo il report Rifiuti, riferito all’anno 2012, pubblicato dall’ArpaCal) nel suo complesso passa dall’11,61% del 2011 al 16,34% del 2012 di raccolta differenziata. I rifiuti ci sommergono nonostante il calo di rifiuti urbani complessivamente prodotti (730mila tonnellate del 2012 rispetto alle 886 mila tonnellate del 2011). Si segnalano molti esempi virtuosi: provincia di Catanzaro (Pianopoli 62,77% – Sellia 46,94% – Albi 42,75%), provincia di Crotone (Melissa 22,20% – Rocca di Neto 19,23% – Crotone 18,34%), provincia di Cosenza (San Fili 72,66% – Vaccarizzo Albanese 63,46% – Bocchigliero 61,92%), provincia di Reggio Calabria (Roccella Jonica 72,61% – Cittanova 44,13% – Taurianova 30,97%), provincia di Vibo Valentia (Rombiolo 43,89% – Limbadi 36,31% – Puzzoni 36,21%). Proprio per dare un impulso ai comuni virtuosi, per generare una competitivita’ positiva per eccellere, per far meglio e di piu’ nella raccolta differenziata, per dire che anche in Calabria nel tema dei rifiuti un’altra gestione e’ possibile”, il Treno Verde ha promosso oggi presso la Sala Coni di piazza Matteotti a Cosenza, il confronto pubblico sul tema: “Buone pratiche di raccolta differenziata per superare l’emergenza rifiuti: esperienze campane e calabresi a confronto”. Un incontro, in corso nel pomeriggio, alla presenza di Stefano Ciafani, vice Presidente nazionale Legambiente; Francesco Falcone, Presidente Legambiente Calabria, Valerio Calabrese, segreteria regionale Legambiente Campania; Fabio Costarella, Responsabile CONAI centro Sud; Gianluca Bertazzoli, Responsabile Comunicazione e relazioni esterne COREPLA; Mario Occhiuto, Sindaco di Cosenza; Mario Albino Gagliardi, Sindaco di Saracena; Rachele Scalise, Direttore Ecologia Oggi; Francesco Pugliano, Assessore Regionale all’Ambiente.

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