Posti letto vuoti e liste d’attesa lunghissime per accedere alle cure, un vero e proprio paradosso.
LAURIGNANO (CS) – Dalla Regione Calabria i lavoratori, nonostante le accese proteste, non hanno ancora ottenuto alcuna risposta. Dovranno attendere Gennaio per sapere se saranno licenziati o meno. Cinquantadue dipendenti della clinica Madonna della Catena, gestita dalla famiglia Greco, rischiano di perdere il proprio posto di lavoro. Sono medici, infermieri, operatori socio-sanitari, educatori e terapisti assunti nel 2010 dalla struttura sanitaria che lo scorso 21 Dicembre hanno protestato a Catanzaro davanti la sede degli uffici del commissario per il piano di rientro dal debito sanitario, senza ricevere alcuna risposta. Dal suo canto, il commissario si è impegnato a trovare una soluzione, ma sinora nulla è stato loro comunicato. La clinica ha al suo interno 76 posti letto per la riabilitazione estensiva, ma solo sedici sono stati accreditati dalla Regione.
Il risultato è che chi è stato colpito da ictus, ischemie o traumi cerebrali è costretto a liste d’attesa lunghissime che arrivano sino a sei mesi mentre i posti letto disponibili restano vuoti. Solo venti i pazienti che pagano di tasca propria le cure e quaranta posti completamente vuoti. Non pare infatti sia stato previsto dalla Regione Calabria l’accreditamento di sessanta posti letto e per Gennaio si prevede quindi il licenziamento collettivo delle 52 unità in esubero. L’ASP di Cosenza non ha la dotazione finanziaria per attivare i posti vacanti nè le strutture pubbliche necessarie per garantire la riabilitazione estensiva. Alla base vi sarebbero degli errori di calcolo commessi tra gli uffici amministrativi del mare magnum della sanità calabrese. Errori che pesano come un macigno sia sugli utenti sia sui lavoratori che annunciano nuove proteste qualora nei prossimi giorni non dovessero ottenere risposte chiare in merito al proprio futuro occupazionale.