La donna era andata con il suo compagno, poi deceduto, a far visita alla ragazza con la quale abitava da diverso tempo.
CATANZARO – Daniela Albi, ultraquarantenne di Perugia, è stata ieri assolta dalla corte d’Appello di Catanzaro. La donna era stata denunciata insieme al suo compagno nel 2010 dopo aver portato un paio di jeans alla cognata nel penitenziario femminile di Castrovillari. La sorella del suo convivente, deceduto in questi anni, era infatti stata arrestata per reati legati allo spaccio e alla detenzione di stupefacenti pochi giorni prima. La ragazza, una trentenne tossicodipendente, che da tempo viveva in casa con la coppia aveva chiesto loro la cortesia di portarle in carcere un jeans nuovo perchè non aveva abbastanza vestiti per coprirsi. I due, entrambi già noti alle forze dell’ordine per narcotraffico, senza controllare cosa vi fosse all’interno presero il pantalone e lo portarono nella casa circondariale di Castrovillari. La polizia penitenziaria però dopo aver ispezionato gli indumenti che i congiunti intendevano consegnare alla detenuta, hanno trovato nelle tasche del jeans una dose di cocaina e del denaro. In tutto 0,5 grammi di stupefacente e una banconota da 50 euro che la ragazza nel corso dell’interrogatorio spiegò di non esser riuscita a consumare a causa dell’arresto. La giovane aveva infatti acquistato la droga poco prima di essere ammanettata ed i soldi nel pantalone erano il resto che le aveva dato il pusher a cui si era rivolta.
Suo fratello e sua cognata, però, non ne erano a conoscenza. Una versione che non ha convinto i giudici del Tribunale di Castrovillari che in primo grado avevano condannato la coppia a sei anni di reclusione, il minimo della pena per chi tenta di introdurre droghe nelle strutture carcerarie. L’avvocato difensore Elio Stabile in Appello è riuscito a dimostrare l’innocenza dei due pregiudicati di cui è stata decisa ieri l’assoluzione. Albi e il suo compagno non si sarebbero preoccupati di controllare cosa vi fosse nel jeans, perchè pensavano non fosse mai stato usato. A dimostrarlo è il fatto che non avrebbero tolto dalle tasche neanche il denaro, che poteva essere direttamente consegnato agli agenti per poi farlo recapitare alla ragazza in maniera legale, senza il bisogno di alcun tipo di sotterfugio. Anche la cocaina, inoltre, non era stata affatto occultata. Il piccolo sacchetto di plastica era semplicemente in tasca non nascosto, come di sovente accade, tra i risvolti o le cuciture degli indumenti. Elementi che hanno confermato la buona fede del fratello scomparso prematuramente e della cognata della detenuta.
In foto: casa circondariale di Castrovillari