La piantagione era stata occultata all’interno di un vitigno.
DIAMANTE (CS) – I Carabinieri di Scalea nel corso della perlustrazione di un’area boschiva in una contrada che divide Diamante dalla piccola cittadina di Buonvicino hanno intercettato una piantagione di marijuana occultata tra alcune piante di vite. Vista la zona impervia i militari hanno richiesto l’intervento dello Squadrone Eliportato Cacciatori Calabria che, giunti sul posto si sono appostati nel bosco effettuando un prolungato servizio di osservazione. Nella mattinata di ieri tre pregiudicati sono stati sorpresi appena giunti tra le numerose piante di marijuana mentre erano intenti ad iniziare la raccolta. Si tratta di Valentino Palermo di venticinque anni, Angelo Chianello di 48 anni (entrambi di Paola) e di Giuseppe Belletto 49enne di Diamante. I tre sono accusati di fabbricazione di ordigni con carattere di micidialità, ricettazione e detenzione di armi e munizionamento nonché produzione di sostanze stupefacenti. Ai pregiudicati è stata infatti attribuita la paternità delle circa 300 piante dell’altezza media di 1.80 metri rinvenute e verosimilmente destinate a rifornire le principali piazze di spaccio dell’Alto tirreno cosentino, dove avrebbe permesso di trarne un illecito profitto di circa 500mila euro.
L’area offriva una posizione ottimale alle piante ed era attrezzata con un sistema di irrigazione a sgocciolatoio. L’attività di polizia giudiziaria ha avuto seguito con numerose perquisizioni domiciliari poste in essere a carico degli arrestati. Oltre a numerose dosi di sostanza stupefacente già confezionata e materiale per la coltivazione dello stupefacente, all’interno di un’officina i militari dell’Arma di Scalea hanno rinvenuto un vero e proprio arsenale: cinque pistole di cui una con matricola abrasa, serbatoio pieno e colpo in canna, pronta per essere utilizzata; un fucile a canne mozze, circa 400 munizioni e tre chilogrammi di esplosivo. Durante l’attività sono state rinvenuti anche alcuni ordigni esplosivi artigianali utilizzati generalmente per porre in essere atti intimidatori a scopo estorsivo. Sul posto sono intervenuti anche gli artificieri-antisabotaggio del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Cosenza che hanno messo in sicurezza l’esplosivo. Gli arrestati, espletate le formalità di rito, sono stati tradotti presso la casa circondariale di Paola.