San Fili cambia “colore” è proprio il caso di dirlo. Ma i gusti ‘soggettivi’ utilizzati per ridipingere le facciate di palazzi storici, edifici e scuole cambierebbero l’identità dell’antico borgo
SAN FILI (CS) – Da Buenos Aires a New York, ma anche a Breslava in Polonia fino alla lontanissima Cape Town: sono diverse le grandi metropoli che ospitano i quartieri più ‘vivaci’ del pianeta da un punto di vista cromatico tra case blu, facciate verdi e piazze multicolor. Anche in Italia esistono luoghi variopinti, come Burano, piccola frazione di Venezia oppure Manarola, nelle Cinque Terre. A detta di chi le visita, quei colori mettono di buonumore e fanno bene all’anima. Ma quando sono i borghi antichi e storici a ‘colorarsi’ la sensazione è la stessa? Beh non proprio…
In foto in alto: alcuni esempi di quartieri colorati nel mondo
C’è un caso molto vicino alla nostra realtà e dista solo una decina di chilometri da Cosenza. Stiamo parlando di San Fili, piccolo centro tra i più scenografici e caratteristici della Calabria. Quando si percorre la statale 107 Silana Crotonese, per recarsi nelle località di mare sul tirreno, lo troviamo arroccato sulle montagne della Catena Costiera con la sua bellezza caratteristica di borgo che sovrasta il verde e il paesaggio incontaminato. Da qualche tempo però, il piccolo centro del cosentino, sta cambiando volto, anzi… colore. Pare infatti sia iniziato un processo di restauro dell’antico paese ma a quanto pare con poca attenzione alla valenza storica e all’identità dello stesso centro. E così, a seguito di alcune segnalazioni, la nostra redazione è andata a fare un giro per le vie del paese, notando effettivamente ‘contrasti’ cromatici, in alcuni casi anche ‘forti’ e particolari.
Sono diversi, infatti i palazzi antichi che improvvisamente sono diventati rossi con diverse tonalità cromatiche. Se si facesse la stratigrafia alle facciate dei palazzi, si troverebbe il color bianco latte della calce, un ocra chiaro o il tufo, negli elementi aggettanti decorativi, quali marcapiani o bugne. Il rosso è il colore introdotto dai piemontesi dopo l’unificazione anche in altre realtà, su tutte Roma: i palazzi più importanti come il Quirinale, Palazzo Chigi, Borghese, Colonna e via dicendo, erano stati concepiti bianchi o color dell’aria e solo dopo l’Unificazione sono divenuti rossi.
Nel 2000, con il Giubileo, si decise di restaurare tutte le facciate (restaurare significa ripristinare). Sorse però il dubbio se lasciare il rosso storicizzato da un secolo e mezzo o riportare ai colori primari del cinque, sei e settecento, il bianco o il cosiddetto ‘color dell’aria’. Alla fine si decise per quest’ultima soluzione, cioè il colore con il quale le facciate erano state concepite.
San Fili oggi, sta certamente facendo quello che in altre realtà, si è fatto 165 anni fa e che ormai è superato. Oltre al rosso che, secondo molti, trasforma l’antico borgo in un agglomerato di case cantoniere, iniziano a spiccare alcuni palazzetti in giallo acceso. Per non parlare del verde fosforescente della scuola a ridosso del centro storico, scelto pare, addirittura da alcuni psicologi che attribuiscono a questo colore (o meglio quello che vedete in foto) una proprietà rilassante e dal ‘gusto’ del dirigente scolastico. Un insieme di colori che soddisfa le esigenze e i gusti soggettivi ma che rovina la scenografia d’insieme e non educa al rispetto di scelte originarie, di chi ha concepito questi edifici e questi luoghi in epoca antica, e che forse, così dovrebbero essere conservati.
ECCO LE FOTO DEL BORGO DI SAN FILI
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