Per il Comitato Magna Graecia si tratta di una “decisione non corretta e calata dall’alto”. Da più parti si chiede di trovare un’altra soluzione
CORIGLIANO-ROSSANO (CS) – Cittadini e alcuni rappresentanti politici insorgono dopo la decisione di far approdare la nave quarantena nel porto di Corigliano, perché secondo le autorità “l’attracco cosentino è più ottimale per la sistemazione logistica di chi si dovrà poi occupare dell’assistenza sanitaria e di sicurezza”. Il consigliere regionale dell’Udc Giuseppe Graziano ha chiesto che venga trovata un’altra soluzione e oggi arriva una nota a firma del Comitato Magna Graecia che chiede un ripensamento sulla destinazione.
“Accogliamo l’indignazione diffusa e trasversale – è scritto nella nota – che la classe politica Jonica ha espresso alla decisione, purtuttavia rimarchiamo che, esulando da qualsivoglia pratica assimilabile a comportamenti razzisti, lascia pensare moltissimo la decisione d’allocare la nave quarantena al largo del quartiere di Schiavonea, a palese conferma della totale noncuranza verso le esigenze delle popolazioni joniche, considerato anche l’impatto che la nave avrebbe sulle dinamiche del turismo locale, già arrancante per la mancanza di basi infrastrutturali che agevolino l’arrivo dei turisti e che potrebbe tradursi in un danno ancor maggiore, al quale sarebbe poi aggiunta anche la beffa. Il tutto mentre sul Tirreno si saluta il passaggio della Vespucci e s’intensificano le corse FrecciaRossa per favorire i flussi turistici; sullo Jonio invece s’assiste al più completo abbandono e vengono calate decisioni senza la necessaria e preventiva concertazione con le classi politiche locali. L’auspicio è che detta decisione possa essere oggetto di razionale e ragionato ripensamento, mettendo da parte, una volta per tutte, le dinamiche che vedono lo Jonio subire sempre sulle sue spalle, e senza una preventiva concertazione territoriale, diktat centralisti calati dall’alto e privi di logica, considerata sia la posizione geografica del porto sibarita, sia la mancanza di condizioni minime nello stesso, atte a garantire l’eventuale assistenza a terra ai migranti soggetti a ricovero e quarantena nella nave”.