Arvo e Cecita, dalle analisi microbiologiche non è stata rilevata alcuna criticità

Legambiente: “Dati positivi ma è necessario tutelare più intensamente le meravigliose diversità di questi luoghi che possono rappresentare una giusta ripartenza per l’economia del territorio realizzando quella svolta verde di cui la Calabria ha urgente bisogno”

 

COSENZA – Per la prima volta la Goletta dei Laghi si reca sui laghi Arvo e Cecita, in Calabria, e dalle analisi microbiologiche non è stata rilevata alcuna criticità derivante dalla presenza di scarichi fognari non adeguatamente depurati. È questo, in estrema sintesi, il bilancio realizzato in occasione della tappa calabrese, da un team di tecnici e volontari di Goletta dei Laghi, la campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio e all’informazione sullo stato di salute dei bacini lacustri italiani.

Due i laghi campionati da Legambiente in Calabria nel 2020, il lago Arvo e il lago Cecita. Dalle analisi microbiologiche non è stata rilevata alcuna criticità derivante dalla presenza di scarichi fognari non adeguatamente depurati. I risultati del monitoraggio sono stati presentati questa mattina a Lorica-San Giovanni in Fiore da Anna Parretta, Presidente Legambiente Calabria, Caterina Cristofaro, Direttrice Legambiente Calabria, Antonio Nicoletti, Responsabile nazionale Legambiente Aree Protette e Biodiversità, Francesco Curcio, Presidente Parco nazionale della Sila.

“Dopo avere presentato i dati di Goletta Verde – dichiara Anna Parretta, presidente Legambiente Calabria – sulla qualità del mare calabrese, Legambiente Calabria pretesta i dati sullo stato di salute dei Laghi Arvo e Cecita. I Laghi Silani, di cui il Cecita è il più esteso, sono stati creati artificialmente a partire dai primi anni del 900’ con la finalità di produrre energia elettrica, oltre che d’irrigazione e turistiche, ma sono diventati un ecosistema lacustre complesso pienamente integrato con la natura. Proprio l’origine antropica dei laghi – continua la presidente – comporta un’ancora maggiore attenzione ad un corretto rapporto uomo-natura. Per fortuna i dati dei monitorati effettuati da Goletta dei Laghi hanno riscontrato valori entro i limiti di legge. E’ però necessario tutelare nella maniera più intensa possibile le meravigliose diversità di questi luoghi. Luoghi che possono rappresentare una giusta ripartenza per l’economia del territorio creando anche sviluppo, lavoro, occupazione e realizzando quella svolta verde di cui la Calabria ha urgente bisogno. Il Parco nazionale della Sila con i suoi laghi i suoi altipiani e le sue foreste è uno dei luoghi più suggestivi della Calabria. Occorre procedere ad un monitoraggio continuo della qualità delle acqua – conclude Parretta – anche per verificare la presenza di pesticidi e fitofarmaci e svolgere una campagna di sensibilizzazione contro l’abbandono dei rifiuti. Legambiente porta avanti un modello di turismo sostenibile basato su una mobilità lenta e un’agricoltura biologica e di qualità”.

Nel rispetto delle restrizioni per il distanziamento fisico imposte dalla pandemia, la 15esima edizione di Goletta dei Laghi quest’anno sta vivendo di una formula inedita all’insegna della partecipazione attiva dei cittadini, con più spazio a citizen science e territorialità. La missione di Goletta dei Laghi resta però sempre quella di non abbassare la guardia sulla qualità delle acque e rilevare le principali fonti di criticità per gli ecosistemi lacustri: gli scarichi non depurati e inquinanti, la cementificazione delle coste, la captazione delle acque, l’incuria e l’emergenza rifiuti, in particolare l’invasione della plastica, che non riguarda soltanto mari e oceani, ma anche fiumi e laghi.

Partner di Goletta dei Laghi 2020 sono CONOU, Consorzio Nazionale per la Gestione, Raccolta e Trattamento degli Oli Minerali Usati, e Novamont, azienda leader a livello internazionale nel settore delle bioplastiche e dei biochemicals. Media partner della campagna è invece La Nuova ecologia.

È bene ricordare che il monitoraggio di Legambiente non vuole sostituirsi ai controlli ufficiali, ma punta a scovare le criticità ancora presenti nei sistemi depurativi per porre rimedio all’inquinamento dei nostri laghi, prendendo prevalentemente in considerazione i punti scelti in base al “maggior rischio” presunto di inquinamento, individuati dalle segnalazioni dei circoli di Legambiente e degli stessi cittadini attraverso il servizio SOS Goletta. Foci di fiumi e torrenti, scarichi e piccoli canali che spesso troviamo lungo le sponde dei nostri laghi, rappresentano i veicoli principali di contaminazione batterica dovuta alla insufficiente depurazione dei reflui urbani o agli scarichi illegali che, attraverso i corsi d’acqua, arrivano nei bacini lacustri.

Il monitoraggio delle acque sia nel Lago di Arvo che in quello di Cecita è stato eseguito lo scorso 20 luglio da tecnici e volontari di Legambiente. L’ufficio scientifico dell’associazione si occupa della loro formazione e del loro coordinamento. I campioni per le analisi microbiologiche sono prelevati in barattoli sterili e conservati in frigorifero fino al momento dell’analisi, che avviene lo stesso giorno di campionamento o comunque entro le 24 ore dal prelievo. I parametri indagati sono microbiologici (Enterococchi intestinali, Escherichia coli) e vengono considerati come “inquinati” i campioni in cui almeno uno dei due parametri supera il valore limite previsto dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) e “fortemente inquinati” quelli in cui i limiti vengono superati per più del doppio del valore normativo.

Due i punti monitorati. Sul Lago di Arva presso il Lungolago centro abitato di Lorica, nel comune di San Giovanni in Fiore, mentre sul Cecita il prelievo è stato effettuato nell’area antistante il centro visite di Cupone, nel comune di Spezzano della Sila. Dalle analisi microbiologiche non è stata rilevata alcuna criticità. “La tutela dei Laghi silani – dichiara Antonio Nicoletti, responsabile nazionale Legambiente Aree Protette e Biodiversità – è una priorità assoluta per contribuire al raggiungimento degli obiettivi del decennio 2020-2030 per la tutela della biodiversità a livello globale. Conoscere lo stato di salute degli ecosistemi lacustri della Sila è un primo passo per poi avere una capacità di monitorare gli habitat e le specie a rischio, e dare indirizzi gestionali precisi anche per l’utilizzo a fini idroelettrici che negli anni non sempre sono stati coerenti con la tutela di questi ambienti inseriti in un parco e sottoposti a tutela anche da direttive europee”.

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