I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Cosenza, hanno eseguito un’ordinanza cautelare del divieto temporaneo di esercizio della professione nei confronti di cinque commercialisti
COSENZA – La guardia di finanza di Cosenza nell’ambito di mirate indagini dirette dal Procuratore di Paola, Pierpaolo Bruni, sta eseguendo 5 misure interdittive nei confronti di altrettanti commercialisti che consistono nel divieto a svolgere le loro attività per 12 mesi. I professionisti sono accusati di aver apposto visti di conformità su dichiarazioni fraudolente che hanno consentito la compensazione indebita di contributi, imposte e ritenute per un valore che supera i 3 milioni e 450 mila euro e per questo sono stati sequestrati beni per l’equivalente. Inoltre è stato emesso un avviso di conclusione delle indagini preliminari per il reato di calunnia nei confronti di 3 indagati che attraverso la presentazione di infondate querele e di atti di citazione, puntavano ad intimidire i militari e ad ostacolare le indagini.
I dettagli
I reati contestati ai diversi indagati, vanno dal concorso nel reato di dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici a quello di indebita compensazione. L’attività d’indagine, muovendo dalle risultanze dell’operazione “Matassa“, che aveva portato all’arresto di 14 persone, ha interessato le condotte di 5 commercialisti che, mediante l’apposizione del visto di conformità su fraudolente dichiarazioni IVA, hanno consentito agli appartenenti all’associazione a delinquere la compensazione di fittizi crediti IVA per il pagamento di contributi, imposte, ritenute e cartelle esattoriali. Le indagini, espletate anche mediante attività tecniche, hanno permesso di appurare il necessario e partecipe concorso dei professionisti al disegno criminoso. L’apposizione del visto di conformità sulle dichiarazioni IVA da parte dei commercialisti è risultata infatti essere indispensabile e necessaria per consentire all’associazione criminale di eludere i divieti e i vincoli posti dal legislatore a contrasto delle compensazioni di crediti IVA inesistenti. Grazie a tale visto di conformità, i sodali hanno potuto fraudolentemente compensare, con crediti IVA inesistenti, contributi pensionistici i quali venivano valutati come assolti dall’Erario e dall’INPS e ritenuti, pertanto, utili sia alla formazione contributiva pensionistica futura che al conseguimento dell’indennità di disoccupazione.
Le indagini hanno consentito di disarticolare il sistema fraudolento che vedeva la partecipazione continuativa di professionisti abilitati, impedendo a questi ultimi, la reiterazione dei reati ascritti. Inoltre, è stato emesso un avviso di conclusione indagini preliminari per il reato di calunnia, nei confronti di 3 indagati che attraverso la presentazione di infondate querele e di atti di citazione puntavano a intimidire i militari operanti e ad ostacolare le indagini. L’operazione, condotta con efficacia e concretezza dalla Guardia di Finanza, sotto la costante direzione ed il coordinamento della Procura della Repubblica, testimonia l’attenzione investigativa a contrasto dei fenomeni illeciti a sfondo economico finanziario e dei reati tributari che sottraggono risorse pubbliche ed alterano lo sviluppo del libero mercato e della concorrenza leale. Inoltre, con l’odierno provvedimento cautelare reale vengono colpite le risorse economiche provento di illeciti in modo tale da rendere economicamente non conveniente lo svolgimento dell’attività criminosa.
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