Non è affatto chiusa la vicenda che riguarda i danni subiti dai dipendenti e dal Comune di Tortora, relativi al comportamento dei dirigenti della Marlane.
PRAIA A MARE (CS) – La Prima Sezione della Corte Suprema di Cassazione ha annullato lo scorso 7 novembre, per gli effetti civili, la sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Catanzaro. Accogliendo il ricorso proposto dall’avvocato Lucio Conte, penalista che da anni si batte per vedere riconosciuto il risarcimento ai familiari delle vittime e al Comune di Tortora, si apre un nuovo scenario che dovrà essere risolto dalla Corte d’Appello Civile di Catanzaro cui la Suprema Corte ha trasmesso gli atti.
La I Sezione della Suprema Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso proposto dalla Procura Generale di Catanzaro e dalla Marzotto Spa, società che è stata condannata anche alle spese processuali e alla sanzione di euro 3.000 da versare alla Cassa delle Ammende, mentre, ha disposto l’annullamento della sentenza impugnata da parte della sola costituita parte civile Comune di Tortora nei confronti di tutti gli imputati ( ad esclusione di Marzotto Pietro, deceduto) rinviando il procedimento dinanzi al Giudice Civile competente per valore in grado di appello per le statuizioni civili, quindi per la determinazione del risarcimento dei danni richiesto dal Comune di Tortora, unica tra tutte le parti civili presenti nel processo a proporre ricorso.
Accolto quindi solo il ricorso per Cassazione proposto dal Comune di Tortora, difeso dall’avv. Lucio Conte. Pertanto, ad avvenuto deposito delle motivazioni della sentenza da parte della Corte di Cassazione, si richiederà che la Corte d’Appello di Catanzaro ponga la parola fine a questa parte della vicenda con la richiesta del risarcimento danni tutti subiti dalla condotta di tutti gli imputati e dei responsabili civili ENI spa e Marzotto spa.
L’avv. Conte: “si registrano cicatrici serie sulle persone e sul territorio”
L’Avv. Conte, non ha mancato di evidenziare che “La vicenda penale dei dirigenti della Marlane non è affatto finita, perché ancora si registrano cicatrici serie sulle persone e sul territorio, tant’è che il procedimento è ancora in corso dinanzi alla Procura della Repubblica di Paola, con nuovi accertamenti e nuovi approfondimenti. Con tempestività richiederemo che la Corte d’Appello di Catanzaro ponga la parola fine a questa parte della vicenda”.
Del Collegio difensivo degli imputati facevano parte il prof. avv. Angelo Giarda, il prof. Avv. Nico d’Ascola, il prof. Avv. Stefano Putinati, gli avv. Paolo Sisto, Guido Calvi, Guido Alleva, Niccolò Ghedini, Paolo Giacomazzo, Pietro Perugini, Licia Polizia, Gianluca Luongo, Giuseppe Lucibello, Giorgio Perroni, Patrizia Morello, Massimo Di Noia.
I 13 imputati rispondevano a vario titolo delle contestazioni di omicidio colposo plurimo, lesioni colpose plurime, omissione di cautele sul lavoro e di disastro ambientale.