Igreco, La Cassazione annulla il sequestro dell’immobile destinato ad un presidio ospedaliero

La Suprema Corte di Cassazione annulla senza rinvio l’ordinanza che aveva disposto il sequestro preventivo dell’immobile in proprietà della famiglia Greco di Cariati e nel quale la società IGreco Ospedali riuniti avrebbe voluto far sorgere un presidio ospedaliero di cui la costa tutta aveva grande necessità

 

CARIATI (CS) – “L’aspetto giudiziario è di preclara importanza, non solo per la doverosa restituzione dell’intero immobile, malamente sequestrato, senza verun presupposto legittimante lo stesso sequestro, quanto il fatto che del macroscopico errore se ne è doluta anche la Procura Generale presso la Suprema Corte, che ha concluso per l’accoglimento dei motivi di ricorso, quindi, anche essa, per l’annullamento dell’ordinanza! Sta a significare che, non appena ci si sposta dai luoghi di indagini troppo “pressanti”  nei confronti di persone per bene ed onesti amministratori pubblici, la massima espressione requirente e giudicante d’Italia stigmatizza comportamenti e provvedimenti errati in punto di fatto e di diritto“. E’ quanto si legge in una dichiarazione a firma dei legali della famiglia Igreco gli avvocati Vincenzo Belvedere del Foro di Cosenza e Giuseppe Labonia del Foro di Castrovillari.

“Ci si batte da tempo affinché le misure cautelari tutte siano utilizzate cum grano salis, ma l’amara constatazione dei difensori è quella di pensare che un’indagine diventa “significativa” solo se accompagnata da ingiustificate misure cautelari, altrimenti è declassata e questo non piace a qualcuno! Sugli stessi presupposti, di violazioni di norme urbanistiche, ricordiamo che, addirittura, pochi mesi or sono, erano state richieste ed ottenute finanche misure cautelari personali, rivisitate ampiamente dai giudici superiori.  La VI Sezione penale della Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio il provvedimento di sequestro, ordinando l’immediata restituzione dell’immobile ai legittimi proprietari.

Il sequestro preventivo era stato emesso nell’ambito dell’operazione “Platone” condotta dall’ufficio di Procura del Tribunale di Castrovillari che aveva ipotizzato a carico del Sindaco di Cariati, Filomena Greco, nonché del responsabile dell’Ufficio Tecnico, Giuseppe Fanigliulo e di Saverio Greco il reato di corruzione aggravata sul presupposto che l’immobile de quo fosse stato oggetto di permesso di costruire in sanatoria ex L. 47/85 rilasciato in spregio alla vigente normativa edilizia ed urbanistica.

In particolare, la Procura della Repubblica co il Tribunale di Castrovillari contestava la mancanza del parere rilasciato dell’Autorità di Bacino, necessario per gli immobili ricadenti in zone sottoposte a vincolo idrogeologico.

Tale erronea interpretazione della normativa vigente prospettata dalla Procura Castrovillarese si fondava sulla scorta di palesemente erronee valutazioni di un consulente che non solo ignora una norma cogente, l’art. 5 comma 10 delle norme di attuazione del P.A.I., quanto si invola in considerazioni degne di miglio causa su un documento “tranchant”, rilasciato dalla medesima Autorità di Bacino, in data 15.4.2019, ove è espressamente attestato che tale ultima non è tenuta ad esprimersi sul parere quando la sanatoria degli immobili è stata richiesta, come nel caso specifico, anteriormente all’entrata in vigore del P.A.I!

Su grossolani errori si sono ottenute misure cautelari personali e reali, che il Supremo collegio ha prontamente corretto”.-

 

I FATTI

Cariati finisce nella bufera con 5 arresti, 11 denunce e il sequestro di un fabbricato abusivo. Il 19 marzo 2019 i Finanzieri del Comando Provinciale di Cosenza, coordinati dalla Procura della Repubblica di Castrovillari, diedero esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di pubblici amministratori del Comune di Cariati e di imprenditori locali ritenuti responsabili dei reati di corruzione, abuso d’ufficio, turbata libertà degli incanti e abusivismo edilizio. Fra i destinatari della misura restrittiva, il sindaco Filomena Greco, il fratello Saverio Greco, Giuseppe Fanigliulo, Cristoforo Arcovio mentre un provvedimento di obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria fu notificato dalla Guardia di finanza di Cosenza al vicesindaco Sergio Salvati.

Le indagini dei militari, collegate a pregresse attività di indagine relative l’appalto per il servizio di gestione dei rifiuti del Comune di Cariati, avrebbero rilevato l’indebito rilascio da parte del Dirigente dell’Area Tecnica, Giuseppe Fanigliulo (finito ai domiciliari) di un permesso di costruire in sanatoria a favore di un gruppo imprenditoriale per la ristrutturazione e l’adeguamento di un immobile da adibire a clinica medica privata. Il Dirigente, già nominato fiduciariamente dal Sindaco Filomena Greco a tempo determinato ed in scadenza di incarico, venne prorogato nelle sue mansioni allo scopo di agevolare il procedimento amministrativo di rilascio del permesso di costruire.

Cariati arrestato sindaco Greco

 

Secondo gli inquirenti la proroga della nomina, intervenuta a 5 giorni dalla definitiva decadenza del Sindaco a causa di una conclamata crisi politica, consentì allo stesso di attivare in maniera discrezionale, senza impulso degli aventi diritto, il procedimento amministrativo autorizzatorio, rilevatosi illegittimo. Al contempo, in assoluta incompatibilità con la funzione pubblica ricoperta, il Dirigente prorogato curava l’iter progettuale dell’opera redigendo gli elaborati tecnici presentati alla Pubblica Amministrazione al fine di ottenere i necessari nulla osta per la realizzazione della struttura sanitaria privata

All’esito del procedimento il Dirigente, sempre secondo gli inquirenti, avrebbe omesso di effettuare i previsti controlli sulla Segnalazione certificata di Inizio Attività (SCIA) prodotta dalla società per i lavori di riqualificazione e ristrutturazione dell’immobile oggetto di permesso. Le illecite condotte avrebbero permesso il rilascio alla società, nel medesimo giorno ed a poche ore dalla decadenza del primo cittadino di Cariati, delle autorizzazioni necessarie per l’edificazione e la gestione di una clinica privata.

Da ultimo, nell’ambito dell’originaria attività investigativa, parallelamente, furono constatate ulteriori collusioni intercorrenti tra il Dirigente dell’Area Tecnica dell’Ente e il responsabile di fatto di una società, finalizzate alla turbativa dell’appalto dei rifiuti, concretizzatesi nell’adozione di un provvedimento illegittimo, successivamente annullato dal TAR, con cui è stata esclusa l’offerta della prima classificata, in quanto ritenuta anomala, con conseguente aggiudicazione definitiva dell’appalto all’impresa seconda classificata, già assegnataria di affidamenti diretti illegali.

All’esito dell’attività investigativa della Guardia di Finanza, diretta dal pm Luca Primicerio e coordinata dal Procuratore della Repubblica di Castrovillari, Eugenio Facciolla, il Giudice per le Indagini Preliminari, Carmen Ciarcia, emise un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di pubblici amministratori del Comune di Cariati nonché di due imprenditori locali. Fu disposto, altresì, il sequestro preventivo dell’immobile abusivo, privo di valide autorizzazioni.

Le accuse mosse furono di corruzione, abuso d’ufficio, turbata libertà degli incanti e abusivismo. Tra gli arrestati anche il fratello del sindaco, l’imprenditore Saverio Greco

ANNULLATE LE MISURE CAUTELARI

Il 19 aprile scorso il ricorso dinanzi al Tribunale del Riesame di Catanzaro, per l’inchiesta Platone, vide l’annullamento delle misure degli arresti domiciliari disposte nelle settimane precedenti nei confronti del Sindaco Filomena Greco e di suo fratello Saverio, ma anche per il tecnico Giuseppe Fanigliulo difesi dagli avvocati Enzo Belvedere del foro di cosenza e Giuseppe Labonia del foro di Castrovillari

Il riesame ridimensionò le accuse derubricando il reato di ipotesi di corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio, contestato al sindaco Filomena Greco, in un più lieve abuso d’ufficio. Fu inoltre derubricato l’ipotesi di corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio nei confronti di Saverio Greco e Giuseppe Fanigliulo in un reato meno afflittivo quale quello di cui al 318 del c.p.

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