Secondo la Guardia di Finanza il 38enne avrebbe opposto resistenza usando violenza durante un controllo del territorio ma la difesa ha dimostrato come non ci fosse nessun posto di blocco
SAN GIOVANNI IN FIORE (CS) – Tre anni di processo per dimostrare che non A.G., oggi 38enne, non ha usato violenza nè tanto meno oppose resistenza all’alt dei finanzieri perchè non li vide. A giugno del 2016 a bordo di uno scooterone transitando in San Giovanni in Fiore secondo gli inquirenti incurante dell’Alt intimatogli, si sarebbe dato alla fuga ad elevata velocità ostacolando l’esercizio della funzione pubblica e creando una situazione di pericolo per gli operanti che per non essere investiti si spostavano e in generale ai pedoni.
Ad agosto dello stesso anno il pubblico ministero chiede l’emissione di un decreto penale di condanna chiedendo l’applicazione della pena pecuniaria di mila euro, e di concedere la sospensione condizionale della pena. Il 38enne difeso dagli avvocati Gianluca Bilotta e Paolo Pepe inizia l’iter giudiziario che oggi grazie alle indagini difensive si è chiuso con una assoluzione perché il fatto non sussiste
La difesa ha evidenziato al giudice come il 38enne non avesse ostacolato in alcun modo l’esercizio della funzione pubblica perchè i militari in quella occasione svolgevano servizio di viabilità nell’ambito della festa patronale di San Giovanni Battista e quindi a metri di distanza dalla macchina di servizio. In seguito a questo il 38enne in transito dall’incrocio non si sarebbe reso conto dell’Alt intimato tanto che non avrebbe neanche preso la via di fuga ma avrebbe mantenuto una velocità costante.
La difesa porta in evidenza proprio le dichiarazioni rese dai finanzierie in servizio quel giorno che, rispondendo quale teste ai giudici avrebbero dichiarato che non era in corso un posto di blocco e l’Alt sarebbe avvenuto occasionalmente per il semplice sopraggiungere della moto e il 38enne avrebbe mantenuto una andatura costante, senza decelerare ma nemmeno accelerare, quindi aggiunge la difesa non ha operato manovre elusive né il classico zig zag per sottrarsi ad un potenziale inseguimento.
Inoltre i militari non si sono posti in stato di inseguimento, non hanno materialmente preso la macchina di servizio per inseguire la moto. In più i documenti della circolazione e l’assicurazione erano in regola. I legali ravvisano anche che “nel delitto di resistenza a pubblico ufficiale il dolo si concreta nella coscienza e volontà di usare violenza e minaccia al fine di opporsi al compimento di un atto d’ufficio”, mentre il 38enne si è limitato solo a continuare a percorrere la strada.
Il giudice esaminati gli atti e ascoltato la difesa ha ritenuto accogliere le motivazioni addotte dai legali dell’imputato e assolvere quest’ultimo perchè il fatto non sussiste