Un comunicato congiunto di Legambiente Calabria e nazionale chiede di sospendere l’ampliamento della discarica di Scala Coeli perchè i lavori sono abusivi ed effettuati su aree demaniali come più volte ribadito da parte dell’Agenzia del demanio “dopo anni e dopo l’ennesima Conferenza dei servizi, Legambiente auspica il diniego all’ampliamento della discarica”
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COSENZA – “Lo scorso 10 giugno presso la sede della Regione Calabria si è tenuta l’ennesima seduta della conferenza dei servizi sulla Valutazione di Impatto Ambientale ed Autorizzazione Integrata Ambientale per il progetto di ampliamento della discarica di rifiuti speciali di Località “Case Pipino” del comune di Scala Coeli in provincia di Cosenza. Legambiente – si legge nella nota congiunta- era presente in veste di uditore ed esprime molte perplessità sulla conduzione dei lavori della conferenza dei servizi da parte del nuovo commissario ad acta, arch. Giuseppe Bruno, nominato in sostituzione del precedente dimissionario da parte del Prefetto di Cosenza.
” Non comprendiamo – si legge – come si possa sostenere, a direa del Commissario Bruno, la sdemanializzazione delle aste demaniali dopo aver eseguito dei lavori sulla stessa quando ad oggi il soggetto proponente – Bieco srl – non ha la piena disponibilità dell’area. Il Commissario vorrebbe fare realizzare lavori abusivi su aree demaniali? Vuole rendersi reo di abuso d’ufficio procedendo in contrasto a quanto più volte ribadito da parte dell’Agenzia del demanio, Direzione Regionale Calabria Servizi Territoriali provincia di Cosenza (vedasi nota prot. 2019//703 del 14/01/2019 ed acquisita nel procedimento), che ha ulteriormente chiarito che le richieste di sdemanializzazione delle aste demaniali interessate dai lavori di ampliamento della discarica sono rigettate ed archiviate in quanto le aste non hanno perso la funzione idraulica. Inoltre, anche come da noi richiesto, con riferimento alla discarica esistente si ribadisce l’utilizzo sine titulo di aree demaniali e che la stessa costituisce ipotesi di occupazione abusiva. Il che dovrebbe aver posto il Dipartimento Ambiente della Regione Calabria nelle condizioni di revocare l’autorizzazione – atteso che si è in violazione delle prescrizioni AIA – e, pertanto, chiediamo il ripristino della legalità e dello stato dei luoghi.
Confidiamo – scrive ancora Legambiente – che l’affermazione del Commissario in conferenza sia frutto di una veloce lettura degli atti della stessa e che lo stesso li riconsideri e li valuti più compiutamente e se ne ha modo e voglia, anche di voler prendere nella dovuta considerazione, le osservazioni poste da Legambiente e da varie interrogazioni parlamentari. Per quanto emerso nei lavori della conferenza occorre prendere in considerazione: quanto statuito dalla legge urbanistica regionale che vieta la realizzazione di discariche, che il progetto è privo di viabilità in sicurezza, che non è fornito del nulla osta idrogeologico per il mutamento della destinazione d’uso dei terreni, i terreni a confine con il Vallone Pipino sono gravati da vincolo paesaggistico come previsto dal QTRP, che è legge regionale ed a cui gli enti locali devono adeguarsi ed attenersi, qualora strumenti urbanistici o cartografici siano antecedenti allo stesso sono, comunque, disciplinati da questo strumento di pianificazione regionale e non possono ad esso derogare anche in presenza di un parere negativo da parte del Dipartimento Urbanistica regionale. Anche tali ultimi aspetti – a nostro avviso – devono essere opportunamente vagliati dal signor Commissario e non restare fuori dalle valutazioni dei vari interessi in campo e, in ultimo, anche alla luce del sorprendente parere del Dipartimento Agricoltura regionale, questa volta negativo per il mancato accertamento degli usi civici.
Il Commissario ad acta – conclude la nota- riveste la carica di Autorità Procedente preposta alla tutela di interessi sensibili (quali quelli ambientali, paesaggistico-territoriale, del patrimonio storico-artistico, della tutela della salute e della pubblica incolumità), la decisione della conferenza dei servizi alla luce delle questioni emerse in maniera così chiara e netta non possono che portare ad un diniego dell’ampliamento della discarica e mettere finalmente fine ad un progetto anacronistico. Noi vigileremo e staremo come sempre sul pezzo, pronti a difendere gli interessi del territorio e dell’affermazione della legalità
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