Non vi fu violazione dei sigilli da parte di Giovanni Francesco Gaudio, custode giudiziario un fabbricato in Longobardi
LONGOBARDI (CS) – Giovanni Gaudio fu rinviato a giudizio perchè accusato nel 2013 di aver apportato lavori durante il sequestro che gravava su un immobile oggi pienamente libero e senza vincoli.
La difesa dell’imputato rappresentata dall’avvocato Francesco Chiaia e dall’avvocato Antonio Petrone, nel corso della istruttoria dibattimentale, ha chiesto preliminarmente l’acquisizione di un cd depositato proprio agli atti di accusa dal quale erano state estrapolate alcune fotografie scattate dagli organi inquirenti, che recavano tutte la data del novembre 2012, data questa anteriore al sequestro preventivo decretato invece nel febbraio 2013.
Alla luce di tale prova documentale i lavori di manutenzione contestati all’imputato non potevano essere collocati correttamente nel tempo ai fini della ipotizzata effettuazione degli stessi lavori in violazione dei sigilli conseguenti a sequestro.
Emersa ed acquisita tale prova pertanto ad avviso della difesa erano più che motivati i dubbi circa l’epoca di commissione del fatto siccome addebitato al Gaudio.
A maggiore sostegno di queste argomentazioni la difesa riportava quanto ribadito dalla Corte di Cassazione in tema di momento consumativo del reato ex art. 349 c.p. nella recente pronuncia del 18 gennaio 2019 secondo cui:” il momento consumativo del reato di violazione dei sigilli può essere ritenuto coincidente con quello dell’accertamento salvo che venga rigorosamente provata l’esistenza di situazioni particolari o anomale, idonee a confutare la valutazione presuntiva e a rendere almeno dubbia l’epoca di commissione del fatto”.
Oggi l’epilogo del processo: il pubblico ministero ha chiesto la condanna a 2 anni di reclusione.
Nella loro arringa finale gli avvocati Francesco Chiaia ed Antonio Petrone hanno rimarcato quanto emerso ed acquisito dal Giudice dalle prove documentali e hanno perorato il ragionevole dubbio sulla data ipotizzata in imputazione.
Il Giudice del Tribunale di Paola Filippo Potaturo al termine delle conclusioni delle parti ha accolto in pieno tesi difensive ed assolveva il Gaudio Giovanni Francesco dall’accusa contestatagli .