Cosenza ricorda Scandeberg, attesa la visita del Presidente della Repubblica

Due mostre che raccontano l’eroe albanese e una serie di eventi tra l’area urbana e la provincia di Cosenza che si celebreranno alla presenza del Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella e il Presidente albanese Meta oggi ricevuto dal Governatore Oliverio

 

COSENZA – Il Presidente della Repubblica di Albania, Ilir Meta, è stato ricevuto stamane per un incontro in Regione Calabria. Meta accolto dal Governatore Mario Oliverio, è in visita in Calabria, per intensificare i rapporti con il popolo albanese, nella Cittadella  regionale di Catanzaro. L’incontro, ospitato nella sede della Presidenza, si è svolto nel primo giorno della visita di tre giorni che Meta compirà in Calabria e alla vigilia della celebrazione del 550° anniversario della morte di Giorgio Castriota Skanderberg che si terrà domani, a San Demetrio Corone, alla presenza del Capo dello Stato, Sergio Mattarella.

 

 

Il presidente albanese, accompagnato dall’ambasciatrice dell’Albania in Italia Anila Bitri e da una delegazione diplomatica, si è intrattenuto con il presidente Oliverio in un cordiale colloquio che si è concluso con la firma, apposta dal presidente Meta, che ha anche scritto una lunga dedica, sul libro degli ospiti. Nel corso dell’incontro si è parlato lungamente dei legami storici e culturali che uniscono il popolo calabrese, dove vive la più folta colonia italiana di origini arbereshe, erede degli albanesi insediatisi nel centro sud del Paese tra il XV e il XVIII secolo, a quello schipetaro.

 

Meta e Oliverio hanno convenuto, proprio nel nome di Giorgio Castriota Skanderberg, definito padre dell’Albania ed “eroe nazionale comune”, sulla necessità d’intensificare i rapporti in materia di agricoltura e agroalimentare, turismo e innovazione. In particolare si è insistito sulla collaborazione tra il sistema universitario calabrese e quello albanese. il presidente Meta, a questo proposito, parteciperà giovedì ad un’iniziativa alla presenza dei rettori degli atenei della regione all’Università della Calabria. Il presidente della Repubblica albanese, nell’occasione, ha invitato il Governatore calabrese, che ha accettato, a Tirana per una visita mirata a porre le basi per una futura collaborazione.

 

LA MOSTRA ALLESTITA DALL’ARCHIVIO DI STATO DI COSENZA

L’Archivio di Stato di Cosenza, ha  voluto ricordare l’eroe della liberazione albanese, Gjergj Kastrioti Skënderbeu, detto Skanderbeg, in occasione del 550° anniversario della sua morte. “Legami di Storia, omaggio a Giorgio Castriota Skanderbeg” è il titolo della mostra  (1509-1946) che  sottolinea l’importanza del patrimonio di comunità albanesi, ricche non solo sul piano linguistico ma anche storico culturale. Un riferimento importante dunque di ideali democratici e progressisti in tutti i campi della società italiana: da quello politico a quello letterario; da quello giuridico a quello amministrativo. La mostra sarà visitabile da mercoledì 7 a sabato 24 novembre 2018, in orario d’ufficio presso l’Archivio di Stato nel centro storico di Cosenza.

 

IL CAMMINO DI SCANDEBERG

“Il cammino di Scanderbeg. Tra arte, storia, cultura e luoghi urbani”. E’ invece il titolo dell’evento culturale organizzato dalla Camera di Commercio di Cosenza e in programma domani, mercoledì 7 novembre 2018 alle 16:30, nella Sala Mancini. La mostra racconta i libri rari dalla collezione albonologica di Ylli Sulla con introduzione di Lucia Nadin. In programma anche l’ascolto parziale del documentario radiofonico “Gli ultimi di Scanderbeg” di E. Mascilli Migliorini e Alberto Taliano. Un evento culturale in linea con le finalità del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, in riferimento all’Anno del Patrimonio culturale europeo 2018, un marchio ottenuto dalla Camera di Commercio di Cosenza.

 

 

La mostra/convegno recupera, attraverso copie, il materiale di archivio conservato nel prezioso “scrigno” librario del collezionista albanese Ylli Sula, la figura e l’opera di Giorgio Castriota Skanderbeg (1405-1468), figura centrale della storia albanese e della cultura europea del XV secolo. Documenti originali e riproduzioni artistiche desunte dalla ricca produzione bibliografica su Skanderbeg che si è avuta in Italia e negli altri Paesi europei dal XVI secolo in poi, offriranno un quadro d’insieme dell’azione profusa dall’eroe albanese come simbolo della resistenza della civiltà cristiana europea contro la pressione esercitata sul nostro Continente dalla potenza Ottomana. I luoghi scanderbeghiani del Sud d’Italia, comprese le comunità arbëreshe tuttora linguisticamente e culturalmente vive, faranno da sfondo di questa iniziativa che abbinerà alla mostra archivistica e artistica delle riflessioni di studiosi e specialisti sul significato che assume oggi la figura di Skanderbeg nel contesto della cultura europea e non solo di quella italo-albanese.

 

Dopo i saluti istituzionali del presidente della Camera di Commercio di Cosenza, Klaus Algieri, interverranno: Nando Pace (Studio Tearkè); Enrico Marchianò (Club Unesco Cosenza); Francesco Altimari (Fondazione universitaria “F. Solano” – Unical); Shaban Sinani (Accademia delle Scienze di Tirana); Antonio Tortorella (studioso della cultura arbereshe); Domenico Passarelli (Università Mediterranea di Reggio calabria, docente di Urbanistica e presidente Inu Calabria); Carlo De Giacomo (presidente Italia Nostra); Donato Martucci (Università del Salento); Genc Lafe (Università del Salento); Giovannella Greco (Università della Calabria); Italo Sarro (storico arbereshe); Matteo Mandalà (Università di Palermo – cattedra di Albanologia. Modera Pino Sassano (Libreria Mondadori Cosenza). Le foto artistiche sono di Paolo Lavriani e Lucio Franco Masci.

 

LA STORIA DI SCANDEBERG

Scànderbeg è la forma italianizzata o latinizzata del nome İskender beg (noto anche come “bey Alessandro”, con riferimento ad Alessandro il Grande) dato dai Turchi a Giorgio Castriota difensore dell’indipendenza albanese. Nato nel 1403, membro della famiglia principesca dei Castriota, fu difensore dell’indipendenza albanese contro gli ottomani.  Tra i tanti riconoscimenti ricevuti per Giorgio Castriota, c’è anche quello di ‘sipahi’ (cavaliere) da parte del sultano ottomano Murad II. Dopo 20 anni di servizio per gli ottomani, dove presto emerse per la sua forza straordinaria e per la sua audacia nelle guerre asiatiche, l’eroe si schiera con l’esercito ungherese. L’Islām non era penetrato a fondo nella sua anima, per questo motivo abbandona le insegne del sultano,  e con un’astuta tattica riesce a riprendere possesso del territorio albanese (Croia, Petrela, Guri i Bardhë ecc.). Nel 1433 falsifica una lettera di Murad II ed assieme a 300 albanesi innalza sulla città di Croia la bandiera rossa con l’aquila a due teste nera, simbolo della famiglia Castriota.

 

 

L’eroe convertito dopo la creazione della lega di Alessio e il passaggio precedente all’esercito ungherese, portò gli ottomani a risoprannominarlo ‘Hain Iskender’, Alessandro il traditore.  La nuova avanzata turca però lo costrinse per un periodo a rifugiarsi a Ragusa. Lì riuscì a convincere il Papa a venire in suo aiuto e rafforzò i rapporti con gli Aragonesi firmando il trattato di Gaeta, che riconosceva la sovranità di Alfonso V sulla regione in cambio di aiuti militari. Papa, Aragonesi e Scanderbeg che, dopo la caduta di Costantinopoli, guidarono una crociata (Berat 1454) letteralmente sterminata dall’esercito veneziano che in quegli anni era in conflitto con gli Aragonesi. Ciò diede fiducia all’esercito ottomano, ma il loro nuovo assalto fu nuovamente respinto dall’esercito albanese di Scanderbeg, il quale nel frattempo, a causa di divergenze interne negli Aragonesi, si era alleato con i veneziani. La battaglia definitiva per scacciare gli Ottomani non avvenne sotto la guida di Giorgio Castriota, morto il 17 gennaio 1468 ad Alessio a causa della malaria. Dieci anni dopo, nel 1478, gli ottomani riuscirono ad entrare nella roccaforte Croia.

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