Il vescovo Rossano lancia un nuovo appello: “Uscire da atteggiamenti borghesi, la Diocesi disponibile accogliere parte sbarcati da Diciotti”
CORIGLIANO ROSSANO (CS) – I due bus privati, scortati dalla polizia, sono arrivati all’imbarcadero di Messina e sono ‘saliti’ su un traghetto della Caronte per attraversare lo Stretto fino a Villa San Giovanni. Proseguiranno il loro percorso in autostrada fino a Rocco di Papa (Roma). A bordo ci sono un centinaio di migranti della Diciotti, quelli per i quali ha dato disponibilità all’accoglienza la Chiesa cattolica italiana ad ospitarli dopo che saranno smistati da Roma. Tra le diocesi che si sono offerte per dare rifugio ai migranti che per giorni sono rimasti in mare in attesa di poter toccare terra vi sono anche Cassano e Rossano. Intanto il Procuratore di Agrigento che ha messo sotto inchiesta il ministro dell’Interno Salvini per sequestro di persona, abuso d’ufficio e arresto illegale dopo la vicenda della nave Diciotti, Luigi Patronaggio è stato denunciato da Gianni Alemanno per attentato contro i diritti politici del cittadino. Proseguono quindi le indagini per risalire a chi non abbia permesso ai migranti tra cui donne incinte e malati, stremati da torture, stupri e sofferenze non sbarcare nei porti italiani per giorni fino alle proteste di domenica.
“Quanto accaduto ai migranti ospitati sulla nave Diciotti ci ‘provoca’ nel vero senso della parola. Ci chiama ad uscire fuori da noi stessi e da quegli atteggiamenti troppo borghesi con cui spesso chiudiamo le nostre coscienze alla vita e alle sue richieste”. Lo afferma in una nota mons. Giuseppe Satriano, arcivescovo della diocesi di Rossano Cariati. “Proprio oggi, nella liturgia della Chiesa, troviamo quest’affermazione del Salmo 11: ‘Per l’oppressione dei miseri e il gemito dei poveri, io sorgerò dice il Signore, metterò in salvo chi è disprezzato’. Il vibrare di queste parole, chiare e lapidarie, non lascia spazio a dubbi e recriminazioni. Come Arcivescovo sento l’urgenza e la necessità, come già avvenuto negli anni scorsi, che anche la nostra Chiesa diocesana si renda disponibile ad accogliere, nei limiti delle proprie possibilità, i fratelli immigrati che, in accordo con la Segreteria della Conferenza Episcopale Italiana, ci potrebbero essere affidati.
La scelta operata dalla CEI è provvidenziale e quanto mai opportuna in un tempo in cui tutti indugiano nello stare a guardare il vecchio dramma di Ponzio Pilato che va nuovamente in scena. La capacità di attestare diritti e la necessità di doverosi riconoscimenti a livello internazionale, non deve avere come terreno di gioco la vita umana. Bene ha fatto la mediazione di don Ivan Maffeis, sottosegretario CEI, a sottrarre da un ulteriore stupro la vita di questi fratelli, fin troppo provata e colma di sofferenza”. “L’Arcidiocesi di Rossano-Cariati, nel porsi accanto a questo impegno – conclude mons. Satriano – desidera attestare un segno di speranza e di vita per una società che va sempre più perdendo la consapevolezza che la vita umana, da qualsiasi latitudine provenga, è il sacro e inviolabile scrigno di cui ciascuno è chiamato a prendersi cura per rendere possibile il futuro su questa terra, poiché essa è il sogno di Dio in cui, specchiandoci, potremo trovare senso, gioia e vita per i nostri giorni”.