Nell’attività d’indagine finisce anche la denuncia del sindaco di Longobucco su attività di taglio “poco chiare” nelle località Comunello – Finaita – Valesterno – Scangiamoneta”
LONGOBUCCO (CS) – E’ stato interrogato il maresciallo dell’Arma Forestale Carmine Greco, difeso dall’avvocato Antonio Quintieri, nella giornata di ieri per rogatoria dal Gip Branda a Cosenza e nel tardo pomeriggio, su richiesta della difesa dai giudici della Distrettuale. Il maresciallo ha risposto a tutte le domande dichiarandosi innocente.
Le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Oliverio
La posizione dell’indagato viene fuori dalle dichiarazioni del pentito Oliverio che riferisce a proposito di legami tra imprenditori legati alla ‘ndrangheta e gli esponenti dell’allora corpo Forestale dello Stato. Le dichiarazioni risalgono a novembre 2012 quando Oliverio in qualità di capo locale di Belvedere spinello sovraintendeva allo sfruttamento del territorio boschivo nella sua rea di competenza; tale attività, era gestita dalla famiglia Spadafora di San Giovanni in Fiore (CS) che, unitamente all’esercizio dell’omonima impresa, familiare, controllavano l’operato di guardie boschive ed esponenti dell’allora copro Forestale dello Stato, anche attraverso il versamento di “mazzette periodiche” tanto che vengono denominati “forestali stipendiati”. Tale controllo si estrinsecava attraverso l’omissione di controlli nei confronti di imprese amiche e di particolare scrupolo nell’attività di vigilanza sull’operato di ditte non allineate in particolare quella di Spadafora di effettuare tagli di legname senza alcuna autorizzazione.
I “forestali stipendiati”
Secondo il pentito tra gli appartenenti all’allora Corpo Forestale dello Stato che incassavano denaro dagli Spadafora vi era il maresciallo Greco, detto “Carminuzzo”, il quale si adoperava, per conto dell’organizzazione, di consentire il compimento dei tagli abusivi. Secondo gli inquirenti la vicinanza di Greco con alcuni imprenditori boschivi si desume dalle intercettazioni telefoniche: in una chiamata diretta al collega della stazione di San Pietro in Guarano, chiedeva al collega la possibilità di far lavorare “Salvatore” nel territorio di competenza della stazione; Il collega rispose “là è tutto rimboschimento, te lo dico già da ora”, indicando una causa ostativa all’eventuale compimento dei lavori, ma il maresciallo rassicurando il collega, chiese di tollerare la presenza di Salvatore per almeno “una decina di giorni, se no va a gambe all’aria” e in caso di segnalazioni o denunce lo stesso avrebbe abbandonato immediatamente l’area. Il “Salvatore” si scoprirà poi in un’altra intercettazione, è l’imprenditore Gencarelli che per gli inquirenti è un rapporto rodato nel tempo da cui emerge la collaborazione, in particolare le richieste dell’imprenditore con riferimenti ad autorizzazioni e documenti. In un altro caso Greco viene intercettato mentre convoca nel suo ufficio un’altra impresa boschiva “Il Tronco Srl” dopo l’accertamento del taglio abusivo all’interno di due lotti di terreno ubicati nel comune di Longobucco. Greco avrebbe detto all’imprenditore telefonicamente di incontrare una terza persona per “trovare insieme una soluzione”.
La denuncia del sindaco di Longobucco Luigi Stasi
E’ da evidenziare la denuncia che presentò il sindaco di Longobucco del mancato svolgimento dei collaudi finali, relativo ai lavori di taglio appaltati dall’ente dal 2005 al 2008 nelle località Comunello – Finaita – Valesterno – Scangiamoneta”. Il sindaco denunciava la mancata verifica da parte del Corpo Forestale dello Stato, della regolare esecuzione delle opere nei limiti del progetto autorizzato al fine di rilevare eventuali violazioni contrattuali e danni arrecati dalle ditte appaltatrici. Per quanto riguarda la ditta “Il Tronco Srl” il sindaco comunicava che a febbraio 2008 gli veniva consegnato il lotto “Scangiamoneta” e che a febbraio del 2010 la ditta comunicava l’ultimazione dei lavori. Dalla denuncia ne scaturì il controllo che, se avesse dato esito positivo, le trasgressioni avrebbero comportato la sospensione temporanea dall’Albo regionale delle imprese boschive. Ed è a questo punto che a dicembre del 2013 intercorre una intercettazione telefonica tra la ditta e Greco in cui quest’ultimo avrebbe spiegato modalità e zone che avrebbe ispezionato insieme ad un vigile urbano : “faceva intendere, inoltre, – si legge nell’ordinanza – che l’esito sarebbe stato positivo (“…così mi porto i vigili, li faccio stare un’ora e ritorniamo dico qua non si vede niente, poi io vi scrivo io”). Due minuti dopo veniva contattato il vigile urbano del comune di Longobucco, spiegandogli che avrebbe compiuto un accertamento superficiale. Subito dopo Greco avrebbe contattato il comandante della stazione di Rossano spiegandoli che “voleva procedere velocemente all’accertamento (“guardiamo quattro cose e ce ne andiamo”) e anticipava del controllo dell’esito (“non si vede un caxx, poi ci sediamo e scriviamo Fra”).
Segue