Ruspe al lavoro da gennaio per costruire il nuovo ospedale della Sibaritide, ma solo sulla ‘carta’

I lavori sarebbero dovuti terminare entro 120 giorni, in realtà non è stata istallata neanche la recinzione per delimitare il cantiere che è oggi una semplice distesa di fango. Intanto l’ingegnere della Tecnis che fungeva da direttore si è dimesso

 

CORIGLIANO ROSSANO – “Inizio lavori stralcio (recinzione e movimento terra): 29 gennaio 2018. La Giunta regionale pur di dimostrare, dopo quattro anni di legislatura, di aver fatto qualcosa per la realizzazione dei nuovi ospedali, – scrive in una nota il consigliere del PD Guccione –  si è inventata la posa della prima pietra. Durata dei lavori previsti: 120 giorni. L’obiettivo è la realizzazione del nuovo ospedale della Sibaritide, ma ad oggi nulla è stato fatto”. Il consigliere regionale Carlo Guccione ha effettuato stamattina un atto ispettivo con un sopralluogo in contrada Insiti dove dovrebbe sorgere il nosocomio. “All’ingresso del cantiere il cartello “Concessionaria ospedale della Sibaritide” che annuncia tempi, durata e costi dei lavori preliminari: qui è possibile verificare – spiega Guccione – che sono stati già superati i 120 giorni previsti per la realizzazione dei lavori che non solo non sono stati completati, ma addirittura non sono partiti né quelli di recinzione, né i lavori di movimento terra.

 

A fine gennaio la cerimonia di consegna dei lavori con il presidente della Regione, i sindaci di Corigliano e Rossano e il prete che ha impartito la benedizione. Bisognava seguire un iter preciso, come spiegò il presidente Oliverio: la consegna dei lavori al Concessionario che doveva aprire la fase di organizzazione del cantiere, di movimento terra e altro per la durata di 120 giorni. In continuità sarebbe dovuta partire la fase di realizzazione vera e propria dell’opera. Ma ad oggi, scaduti i 120 giorni, nulla è cambiato dall’inaugurazione, sia per quanto riguarda i lavori previsti che per la realizzazione del nosocomio. Anzi non solo i tempi si allungano, ma cresce la preoccupazione di non veder nascere il nuovo ospedale della Sibaritide. Davanti ai nostri occhi solo desolazione, una distesa di fango, erba e una gru ferma all’inizio del cantiere. I tralicci Enel ancora sono lì, al centro del sito, nulla lascia presagire che in quell’area dovrà nascere un nosocomio. Nel frattempo anche l’ingegnere Daniele Naty della direzione tecnica del cantiere affidato a Tecnis si è dimesso.

 

Sono trascorsi 4 anni dalla stipula dei contratti di concessione per gli ospedali di Corigliano-Rossano e Gioia Tauro, sottoscritti tra la Regione e le imprese aggiudicatrici della gara. La Regione in questi 4 anni, rispetto anche alle difficoltà giudiziarie di Tecnis, società che nel frattempo è stata affidata a un commissario, non ha messo in campo soluzioni alternative per realizzare concretamente questi presidi ospedalieri. Oggi emergono con chiarezza tutti gli errori commessi da questa giunta regionale. Il rischio, com’è successo in altre occasioni, è di continuare con la politica delle incompiute. Rischiamo che anche i 438 milioni di euro messi a disposizione per la realizzazione dei tre nuovi ospedali che dovrebbero garantire 1123 posti letto per acuti vengano perduti. Bisogna uscire da questo impasse, questa situazione non può essere più tollerata e vanno verificate le eventuali responsabilità civili, amministrative e penali.

 

 

Circa tre anni fa in Commissione sanità avevamo proposto di costituire una vera e propria task force per la realizzazione dei tre nuovi ospedali, ma dalla Giunta abbiamo sempre ricevuto rassicurazioni. Che ad oggi però sono risultate poco veritiere. È un atteggiamento irresponsabile dal momento che avevamo chiesto anche una interlocuzione con il Ministero della salute e dei lavori pubblici per sbloccare definitivamente, con il contributo del governo, la situazione e veder nascere finalmente i tre ospedali calabresi. Ma questa amministrazione regionale, a quanto pare, preferisce le passerelle, le inaugurazioni, gli annunci senza far seguire i fatti e le azioni concrete. Sarebbe opportuno che tutta questa vicenda venisse presa in carico dal nuovo governo nazionale anche con la nomina di un commissario con l’obiettivo di aprire e portare a termine i tre cantieri che, per come previsto dalla gara di appalto, vanno realizzati entro 3 anni dalla cantierizzazione. La sanità calabrese – conclude il consigliere regionale del PD Carlo Guccione – non ha bisogno di pseudo incatenamenti, ma di atti concreti”.

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