L’inchiesta sui farmaci “oppiacei” ritorna in aula dopo le prime condanne. L’indagine scaturì dalle gravi condizioni di un bambino di due anni, ricoverato All’Annunziata, per avere ingerito dei farmaci antidolorifici tenuti in casa ed utilizzati dai genitori.
BISIGNANO (CS) – Il processo “Fentamil” ritorna in aula con l’apertura del dibattimento, un patteggiamento e cinque imputati Stefano Natalizio, Vittorio Conte, Enzo Pugliese, Gianluca Groccia, Francesco Fusaro e Alberto Di Nardo, rinviati a giudizio il 4 maggio scorso nell’udienza preliminare davanti al Gip Greco. L’operazione scaturì da un’inchiesta dei carabinieri della stazione di Bisignano e dal nucleo investigativo della compagnia di Rende quasi due anni fa, a seguito del ricovero di un bambino di due anni presso l’Annunziata di Cosenza, giunto in condizioni disperate dopo avere ingerito dei farmaci antidolorifici tenuti in casa e utilizzati dai genitori. A rivelarlo fu lo stesso padre ai medici che avevano in cura il figlio.
Le indagini e la confessione del padre del bambino
L’avvio delle indagini, a giugno del 2013, fece emergere un vero e proprio traffico di farmaci psicotropi, contenenti oppiacei, a base di Fentamil quali Actiq o il Durogesic, sostanza che produce effetti droganti simili e uguali a quelli dati dalle sostanze stupefacenti e utilizzati in pazienti terminali con crisi di dolore acuto. Questi farmaci venivano prescritti dai medici di base su istigazione dei beneficiari. Naturalmente le patologie erano false. In molti casi i farmaci venivano poi rivenduti a terzi, con grave danno per il servizio sanitario nazionale. Fu sempre il padre del bambino, in preda ai sensi di colpa per le gravi condizioni del figlio, a rivelare ai militari dell’Arma, all’epoca diretti dal tenente Giovambattista Marino, che faceva uso da tempo del farmaco Actiq, in considerazione degli effetti allucinogeni paragonabili agli oppiacei che il medicinale è in grado di provocare.
Nell’udienza di oggi, in composizione monocratica, presieduta dal giudice Granata, il legale di fiducia dell’imputato Gianluca Groccia ha riproposto, con accoglimento, la richiesta di patteggiamento rigettata in fase di udienza preliminare dal Gip Greco. Per gli altri imputati il pubblico ministero Giuseppe Visconti ha prodotto le intercettazioni riguardante l’inchiesta e per le quali, nella prossima udienza, sarà conferito l’incarico peritale. Nel collegio difensivo tra gli altri gli avvocati Ugo Ledonne, Isabella Cimino, Antonio Granieri.
Primo step dell’inchiesta: le condanne
Il quattro maggio del 2017, durante l’udienza preliminare, davanti al Gip Greco si presentarono 15 indagati. Per il medico Ritacco, difeso dall’avvocato Carratelli fu stralciata la posizione e richiesta una ulteriore perizia per verificare se i farmaci prescritti a Natalizio siano legali o meno considerata la particolare patologia da cui è affetto. Condannato a 5 anni di reclusione il 39enne Tancredo Ferraro, considerato dagli inquirenti uno dei principali responsabili di quel traffico di antidolorifici. Patteggiamento di pena per Francesco Cundari (1 anno e 5 mesi di reclusione), Francesco Cesario (1 anno e 6 mesi). Umile Ritacco (1 anno e 6 mesi). Franco Russo (1 anno e 4 mesi), Teodoro Scotti (1 anno e 4 mesi), Matteo Martínez (1 anno e 10 mesi) e Katia Cariati (1 anno).